La sindaca Chiara Appendino è arrivata al Palazzo di Giustizia per prendere parte all'udienza del processo per i fatti di Piazza San Carlo, che il 3 giugno 2017 videro il ferimento di oltre 1500 persone (due delle quali poi morirono) per il caos che si scatenò durante la trasmissione su megaschermo della finale di Champions tra Juve e Real.
Il programma ha visto innanzitutto la 'replica', del pubblico ministero Vincenzo Pacileo, che per Appendino aveva proposto la condanna a un anno e otto mesi di reclusione. Il processo si celebra con rito abbreviato per reati di disastro, lesioni e omicidio colposi. La sentenza è attesa entro la giornata, ma intanto una questione di nullità è stata sollevata dalle difese.
L'avvocato Paolo Pacciani, difensore dell'architetto Enrico Bertoletti, uno degli imputati, ha chiesto di annullare l'atto di chiusura delle indagini preliminari lamentando il "deposito intempestivo" di alcuni atti, che la procura aveva recuperato da un altro fascicolo solo lo scorso dicembre e messo a disposizione delle difese. L'avvocato Simona Grabbi, difensore dell'ex questore Angelo Sanna, si è associata alla richiesta.
Il pm Pacileo ha ribadito che le carte non fanno riferimento ai fatti di piazza San Carlo e non hanno rilevanza. L'avvocato Luigi Chiappero, legale della sindaca Appendino, si è rimesso alla decisione del giudice, che ha respinto la richiesta delle difese: la sentenza dovrebbe arrivare nel primo pomeriggio.
"A prescindere dalla sentenza di oggi, trovo vergognoso che la giunta Appendino non abbia ancora posato la targa per ricordare le vittime di Piazza San Carlo. Non penso per coscienza sporca, opto più sull'incapacità amministrativa", ha attaccato l'esponente di Fratelli d'Italia Enzo Liardo, ricordando la vicenda: "Un luogo tangibile in cui ricordare è necessario".