Igor Boni, candidato alle primarie del centrosinistra per le amministrative di Torino, è tornato sulla questione primarie: "Oggi il PD ci spiega che non si possono fare, mentre si chiudono le attività. Io rispondo che se le avessimo fatte il 6/7 febbraio, come previsto, avremmo sfruttato il periodo di bassa intensità del contagio, avremmo fatto una bella gara democratica e oggi avremmo il nostro candidato unitario".
"Lasciamo perdere le ipocrisie. Sulla questione primarie c'è un fatto incontrovertibile: io sono l'unico che ha completato l'iter di presentazione della propria candidatura secondo quanto previsto dal regolamento condiviso da tutta la coalizione, dato che Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, ha ufficializzato la partecipazione del sottoscritto alle primarie stesse e ho consegnato il programma come stabilito. Il giochetto del 'primarie sì, no, forse' deve cessare e il rinvio delle elezioni riapre lo spazio per farle in presenza o miste (presenza e on-line) a maggio o inizio giugno, a 4-5 mesi dal voto".
"Ma le primarie sono un mezzo, non un fine; per questo utilizzo le mie giornate a costruire una squadra capace di portare fuori Torino dal declino, perché non è una semplice questione di chi farà il Sindaco, ma di cosa propone e cosa farà il nuovo gruppo dirigente di questa città. Innanzitutto ribadisco che dobbiamo creare una discontinuità netta con il passato e che è impensabile costruire il rilancio della città con chi è contro la TAV, contro i grandi eventi, contro le opere, contro il rapporto con Milano e ha guardato con sospetto l'Europa".
"Una cosa è chiedere il supporto e la fiducia di tutti gli elettori, altro costruire un'alleanza organica con chi ha contribuito al declino della città", ha concluso Boni.