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Attualità | 14 marzo 2021, 17:45

Caffè, vini e...bici: in casa Ranzini c'è vita oltre la piola

Emiliano, nipote del fondatore dello storico bar-ristoro del Quadrilatero, quattro anni fa ha deciso di aprire una ciclofficina proprio di fronte al locale del nonno, seguendo la sua più grande passione

Emiliano Ranzini

Emiliano Ranzini

Alzi la mano chi di voi, nato e cresciuto a Torino o arrivato in città per motivi di studio o lavoro, non sia mai andato o non abbia mani sentito nominare la piola Caffè Vini Emilio Ranzini, vero e proprio punto di riferimento della ristorazione casareccia sabauda in grado di sfamare e dissetare generazioni di avventori. In ogni caso, dovreste sapere che da qualche anno a questa parte uno dei rampolli di famiglia ha deciso di 'differenziare il business' riscuotendo subito un buon successo di pubblico e portando avanti il fil rouge della tradizione artigianale.

OfficineRanzini, una ciclofficina 'di famiglia'

E così, tra un vitello tonnato e un'acciuga al verde, magari accompagnate da un buon bicchiere di barbera, si sono aggiunte anche le...biciclette: Emiliano Ranzini, uno dei nipoti del fondatore, ha infatti deciso di aprire la sua personale ciclofficina (ribattezzata OfficineRanzini, ndr) proprio davanti al locale di via Porta Palatina al Quadrilatero Romano: “L'idea – ha raccontato – mi è venuta proprio grazie all'attività del nonno, nel cui cortile ho iniziato ad aggiustare bici. Una volta sparsa la voce, la cosa ha preso piede tanto da attirare molti clienti a caccia riparazioni; oltre a questo, una delle mie più grandi passioni è sempre stata quella di prendere vecchie bici per poi smontarle e rivisitarle in chiave moderna, recuperando i pezzi ancora in buono stato, inserendo componentistica nuova e riverniciandola a mio piacere”.

Riparazioni, personalizzazioni e bici nuove

Le OfficineRanzini a maggio compiranno quattro anni di età: “Le molte richieste - ha proseguito – mi hanno convinto ad aprire questo piccolo spazio e quello che era un hobby si è trasformato in un lavoro vero e proprio che impegna tutta la giornata: al momento, oltre alle personalizzazioni e alle riparazioni che sono ancora il pilastro del negozio, tratto un paio di marchi di biciclette nuove sia nel segmento city-bike che in quello più tecnico; mi piacerebbe, in futuro, anche avvicinarmi al mondo dell'usato che al momento trascuro per mancanza di spazio. La clientela è molto varia e va dalla professoressa in pensione ai ragazzini che utilizzano il mezzo soprattutto dal punto di vista ludico o per divertirsi”. 

Bici e pandemia

Oltre agli 'aficionados della piola' e alla clientela acquisita nel corso degli anni, a dare una sferzata al mercato della mobilità attiva ci ha pensato la pandemia di Covid-19: “Con il passare del tempo – ha aggiunto ancora Ranzini – si è creato un gruppo di clienti affezionati a cui si stanno aggiungendo moltissime persone tornate a pedalare nell'ultimo periodo, specialmente dopo il primo lockdown, proprio perché considerano la bici un mezzo più sicuro dal punto di vista sanitario rispetto ai mezzi pubblici: in questo modo mi sono ritrovato a dover metter mano a decine di ferrivecchi impolverati e pieni di ragnatele. Con il bonus governativo, inoltre, c'è stato un fortissimo incentivo all'acquisto del nuovo”.

Mobilità ciclistica in miglioramento

A proposito di mobilità ciclistica, infine, il giudizio complessivo è positivo: “La strada – ha concluso – che si sta percorrendo per incrementare l'utilizzo delle biciclette è quella giusta, la città è molto più fruibile anche se c'è ancora molto da fare dal punto di vista delle infrastrutture. Tuttavia, è importante considerare l'evoluzione nella concezione del mezzo, che da oggetto utilizzato solamente per fare la classica passeggiata domenicale si sta trasformando in un'alternativa all'auto privata per spostarsi in città; chiaramente dovrebbe esserci il giusto contorno per far sì che questi spostamenti avvengano in massima sicurezza”.

Marco Berton

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