Alzi la mano chi di voi, nato e cresciuto a Torino o arrivato in città per motivi di studio o lavoro, non sia mai andato o non abbia mani sentito nominare la piola Caffè Vini Emilio Ranzini, vero e proprio punto di riferimento della ristorazione casareccia sabauda in grado di sfamare e dissetare generazioni di avventori. In ogni caso, dovreste sapere che da qualche anno a questa parte uno dei rampolli di famiglia ha deciso di 'differenziare il business' riscuotendo subito un buon successo di pubblico e portando avanti il fil rouge della tradizione artigianale.
OfficineRanzini, una ciclofficina 'di famiglia'
E così, tra un vitello tonnato e un'acciuga al verde, magari accompagnate da un buon bicchiere di barbera, si sono aggiunte anche le...biciclette: Emiliano Ranzini, uno dei nipoti del fondatore, ha infatti deciso di aprire la sua personale ciclofficina (ribattezzata OfficineRanzini, ndr) proprio davanti al locale di via Porta Palatina al Quadrilatero Romano: “L'idea – ha raccontato – mi è venuta proprio grazie all'attività del nonno, nel cui cortile ho iniziato ad aggiustare bici. Una volta sparsa la voce, la cosa ha preso piede tanto da attirare molti clienti a caccia riparazioni; oltre a questo, una delle mie più grandi passioni è sempre stata quella di prendere vecchie bici per poi smontarle e rivisitarle in chiave moderna, recuperando i pezzi ancora in buono stato, inserendo componentistica nuova e riverniciandola a mio piacere”.
Riparazioni, personalizzazioni e bici nuove
Le OfficineRanzini a maggio compiranno quattro anni di età: “Le molte richieste - ha proseguito – mi hanno convinto ad aprire questo piccolo spazio e quello che era un hobby si è trasformato in un lavoro vero e proprio che impegna tutta la giornata: al momento, oltre alle personalizzazioni e alle riparazioni che sono ancora il pilastro del negozio, tratto un paio di marchi di biciclette nuove sia nel segmento city-bike che in quello più tecnico; mi piacerebbe, in futuro, anche avvicinarmi al mondo dell'usato che al momento trascuro per mancanza di spazio. La clientela è molto varia e va dalla professoressa in pensione ai ragazzini che utilizzano il mezzo soprattutto dal punto di vista ludico o per divertirsi”.
Bici e pandemia
Oltre agli 'aficionados della piola' e alla clientela acquisita nel corso degli anni, a dare una sferzata al mercato della mobilità attiva ci ha pensato la pandemia di Covid-19: “Con il passare del tempo – ha aggiunto ancora Ranzini – si è creato un gruppo di clienti affezionati a cui si stanno aggiungendo moltissime persone tornate a pedalare nell'ultimo periodo, specialmente dopo il primo lockdown, proprio perché considerano la bici un mezzo più sicuro dal punto di vista sanitario rispetto ai mezzi pubblici: in questo modo mi sono ritrovato a dover metter mano a decine di ferrivecchi impolverati e pieni di ragnatele. Con il bonus governativo, inoltre, c'è stato un fortissimo incentivo all'acquisto del nuovo”.
Mobilità ciclistica in miglioramento
A proposito di mobilità ciclistica, infine, il giudizio complessivo è positivo: “La strada – ha concluso – che si sta percorrendo per incrementare l'utilizzo delle biciclette è quella giusta, la città è molto più fruibile anche se c'è ancora molto da fare dal punto di vista delle infrastrutture. Tuttavia, è importante considerare l'evoluzione nella concezione del mezzo, che da oggetto utilizzato solamente per fare la classica passeggiata domenicale si sta trasformando in un'alternativa all'auto privata per spostarsi in città; chiaramente dovrebbe esserci il giusto contorno per far sì che questi spostamenti avvengano in massima sicurezza”.