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Attualità | 27 marzo 2021, 08:00

Individuo o specie?

Va molto di moda, negli ultimi tempi, mischiare ai discorsi la parola green, verde, servendola in ogni salsa, sovente a sproposito

Domenico Beccaria

Domenico Beccaria

Va molto di moda, negli ultimi tempi, mischiare ai discorsi la parola green, verde, servendola in ogni salsa, sovente a sproposito. C'è la green economy, c'è la riqualificazione verde, la svolta verde. Insomma sto verde sta in cima alla top ten delle parole più in voga.

E come dare torto a chi auspica una maggiore attenzione all’ecologia, al rispetto della natura, alla ricerca dell'armonia con essa, indicando in un ritorno ad abitudini ecologicamente e naturalmente più sostenibili la soluzione a molti dei mali che affliggono il nostro pianeta.

Ma siamo poi sicuri di essere così pronti a recepire e mettere in atto gli insegnamenti che la natura ci offre, che mette sotto gli occhi di tutti, basta saperli vedere ed accettare? Io dico di no.

Purtroppo, per molti di quelli che leggeranno queste mie considerazioni, io ho un gravissimo difetto, una macchia indelebile, che sa da una parte mi espone alle più feroci critiche, dall'altra mi ha consentito di osservare questa benedetta natura e di viverci dentro.

Abito in montagna e sono cacciatore.

Bene, dopo che avete superato lo shock di questo mio “coming out” o confessione, che dir si voglia, inoltriamoci nel discorso, facendo una premessa fondamentale per capire appieno la diversità tra i ragionamenti miei e quelli della maggior parte dei cittadini: un cittadino ragiona in termini di individuo, un cacciatore (ma anche un allevatore) ragiona in termini di specie.

Fata la premessa, entriamo nel discorso, parlando dei due argomenti che in questi giorni occupano le prime pagine dei media, siano essi giornali, radio o televisioni: vaccini e riapertura scuole. Da ogni parte si leva indignato il grido di protesta per le categorie più deboli, ovvero ultra ottantenni e disabili, che a tutt'oggi non sono ancora state completamente vaccinate e sono esposte al rischio contagio e possibile conseguente decesso. Allo stesso modo, da tante famiglie, per non dire tutte, infuria la protesta per la perdurante chiusura delle scuole, invocando la riapertura degli istituti a cominciare dai più piccoli e pian piano a salire.

Bene, capisco perfettamente e condivido appieno il rispetto e le attenzioni che, una società che si definisce civile, deve avere verso i cittadini che dopo una vita di duro lavoro, con cui si sono sostentati ed hanno contribuito al benessere del Paese, cerchino di vivere serenamente i loro ultimi scampoli di esistenza, così come i cittadini che sono portatori a vario titolo di disabilità o di patologie invalidanti e che penalizzano la loro salute ed esistenza, abbiano diritto a tutta l'assistenza sociale e sanitaria possibile. Allo stesso modo, capisco perfettamente il disagio che i giovanissimi, che con la loro naturale esuberanza, hanno bisogno di socializzare e hanno oggettive difficoltà, legate a carenze o peggio, assenze dei dispositivi e della connessione indispensabili per la didattica a distanza e le loro inquietudini, le loro turbe, la loro irrequietezza.

In ossequio a queste due pesanti situazioni ed alle pressanti richieste che giungono dalla piazza, il governo ha programmato la campagna vaccinale e le priorità ad essa legate, con le ovvie ricadute sulla vita di anziani, disabili e giovani, ma anche sulla ripresa economica e sulla vita dei cittadini attivi, che prima della pandemia avevano un lavoro che vorrebbero quanto prima riprendere ad esercitare, per riempire il piatto a pranzo e cena, oltre che per far rinascere il Paese.

Ma la natura, quella natura che tutti credono di conoscere ed a parole tutti portano ad esempio da seguire, ci dà un insegnamento completamente diverso.

In natura gli animali gregari, ovvero quelli che, come l'uomo, vivono in comunità, hanno delle strutture e delle leggi che le regolano, ben precise ed assai più crudeli, anche se più efficaci di quello che gli umani si sono dati, modificandole nel corso dei millenni.

In natura, il branco è governato dagli adulti più forti e sani, quelli che procurano il cibo e difendono il branco dai pericoli esterni. E quindi, il primo a mangiare sarà il capo branco e subito dopo di lui i soggetti che procurano cibo e donano sicurezza agli altri. Poi le femmine gravide o con prole giovane, da svezzare. Poi i giovani già indipendenti, ma non ancora adulti. Per ultimi gli anziani e gli esemplari malati.

Ovviamente, noi non siamo mica bestie, che diamine e quindi abbiamo smussato gli angoli. Ma questo significa che se da una parte non siamo così “naturali” da seguire la spietata legge di natura, possiamo essere così intelligenti da cogliere l'insegnamento ed adattarlo alle nostre esigenze, ammantandolo di quella “pietas” che ci contraddistingue.

Quindi, cari anziani, cari disabili, cari pensionati, cari studenti, cari fanciulli, abbiate pazienza e resistete chiusi in casa ancora per un po', mentre gli adulti del branco, protetti dallo scudo del vaccino, escono a procurare il cibo ed a garantire la sicurezza e contestualmente a porre le basi della ripartenza dell'economia e quindi della rinascita di quel Paese per cui i più anziani di voi hanno dato molto e per cui i più giovani di voi hanno ancora molto da dare. Il loro compito è di restituirvi quel Paese che tutti noi amiamo, più ricco e più sicuro. Un piccolo sacrificio oggi, vale un domani migliore per tutti. Solo così, con l'aiuto di ogni singolo individuo che fa il suo dovere con abnegazione, si potrà garantire salute, prosperità e continuità della specie, come quella natura di cui ci riempiamo tanto la bocca, ci insegna.

Domenico Beccaria

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