Da domani, 7 aprile riaprono le scuole in Piemonte per quasi 311mila tra bambini e ragazzi. Possono tornare in aula i bambini dei nidi e delle scuole dell'infanzia, della primaria fino alla prima media. Per tutti gli altri, comprese le superiori, si prosegue con la didattica a distanza 100%. Sono 267.500 gli iscritti alle scuole pubbliche, dall'infanzia alla prima media, 63mila nella fascia 0-6.
Si torna in presenza, ma le regole sono diverse: il governo ha deciso fino alla prima media scuole aperte anche nello scenario di rischio peggiore, escludendo la possibilità per i governatori di applicare ordinanza più restrittive. Regole che rendono ancora più strategico lo screening dei ragazzi delle seconde e terze medie inseriti nel progetto Scuola Sicura rivolto a tutto il personale scolastico e ai ragazzi di queste due classi. “Il progetto scuola sicura andrà avanti – ha commentato l’assessore regionale all’istruzione Elena Chiorino - se ne stanno "affinando" le potenzialità per renderlo ancora più utile sia sotto l'aspetto della prevenzione e del monitoraggio, sia in un'ottica di ricerca scientifica attraverso l'analisi dei dati che sono stati acquisiti e che si acquisiranno prossimamente”.
Da gennaio a marzo, tra test molecolari e rapidi sono stati eseguiti su base volontaria al personale scolastico 16.297 tamponi, di cui 297 con esito positivo (1,82 per cento). Tra i gli studenti, invece, hanno aderito quasi in 15mila, circa il 20 per cento del totale sul territorio regionale, con meno dell'1 per cento dei ragazzi è risultato positivo. Per quanto riguarda il tema vaccini, da febbraio ad oggi hanno aderito 93mila docenti e personale ATA: 72mila hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, da maggio inizieranno i richiami.
Ancora in attesa di risposta da parte del Commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo la proposta di attivare un canale di vaccinazione, non obbligatorio ma dedicato, rivolto ai 35 mila maturandi piemontesi per riportarli in classe e sostenere in presenza l’Esame di Stato: “Nell’ultimo anno i nostri giovani sono stati ritenuti i più “sacrificabili” – ha evidenziato l’assessore di FDI per la Giunta Cirio - hanno sofferto e subìto le scelte politiche di chiusura, privandoli della scuola e della socialità che essa rappresenta".
"E’ ora di un cambio di passo da Roma che permetta un ritorno alla vita normale per tutti e a tempo indeterminato, sia per il mondo produttivo, ma soprattutto per i nostri ragazzi, la generazione più “indebitata” a colpi di decreto”.