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Eventi | 09 aprile 2021, 21:12

L'eterno ritorno del sacro: Bea Zanin campiona al Cafè Müller elettronica e mitologia

Domani la musicista in concerto per la rassegna "Solo in teatro" di Fondazione Cirko Vertigo

bea zanin

Bea Zanin per "Polimnia_Primo studio" (foto di Andrea Macchia)

Un'operazione di archeologia "creativa", che scava nel terreno della mitologia greca cogliendo le radici di quella memoria essenziale per l'espressività artistica. E' questa la proposta di Bea Zanin, protagonista del nuovo appuntamento in streaming di Solo in teatro, prodotto dalla Fondazione Cirko Vertigo sotto la direzione di Caterina Mochi Sismondi. 

Polimnia_Primo studio è dedicato alla musa degli inni sacri e delle danze rituali, figlia di Zeus e Mnemòsine. Un'operazione quasi filologica, che consente di rintracciare la preziosa affinità strutturale tra gli inni sacri del passato e la musica elettronica: il procedere ossessivo e “mantrico” suggerisce infatti un parallelismo tra le danze rituali e la dancefloor.

Il concerto che Bea Zanin porterà sul palco del teatro Cafè Müller, visibile in streaming domani, sabato 10 aprile, alle ore 21 su NICE Platform, gioca con il campionamento, la manipolazione elettronicamente di brani musicali appartenenti alla memoria collettiva, portandoli a un nuovo status espressivo. La presenza del violoncello suonato dal vivo agisce come ulteriore richiamo all'antica sacralità, che al contempo si proietta nel futuro, rappresentato visivamente dall'altare/consolle di Polimnia. Un intreccio spaziale e musicale che dà vita a un vero e proprio remix set.

La mitologia degli antichi greci mi ha sempre incuriosita e affascinata: le Muse specialmente hanno sempre avuto un particolare ascendente sugli artisti – racconta la musicista –. Nel periodo della pandemia ho approfondito il tema della percezione del tempo, a seguito anche della lettura del libro di Carlo Rovelli L’ordine del tempo, e da questo background ho elaborato l’idea di Polimnia_Primo studio. In scena, campionerò alcuni frammenti di brani appartenenti alla memoria collettiva e li ricomporrò per dare vita a qualcosa di nuovo. Quei frammenti, tuttavia, è come se avessero già in sé le attuali possibilità di utilizzo, poiché nella grammatica elementare delle cose non vi è differenza tra causa ed effetto”.

Per Bea Zanin, laureata in Filosofia, l'assenza di gerarchia fra passato, presente e futuro non può non rimandare al concetto di eterno ritorno dell’uguale di Nietzsche. “In scena – conclude – voglio mostrare un processo, desidero portare la storia di un’evoluzione artistica. Il tutto nel mio primo concerto da sola davanti a un pubblico virtuale”.

Manuela Marascio

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