“Ho condiviso con il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, le preoccupazioni emerse a livello europeo rispetto alle evidenze scientifiche secondo cui grandi opere come il TAV ostacolano fortemente il raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali dell’UE” - così Eleonora Evi, europarlamentare di Europa Verde.
“Per quanto la transizione dal trasporto su gomma a quello su rotaia vada fatta al più presto” - aggiunge l’eurodeputata - “studi indipendenti delineano uno scenario preoccupante, prevedendo che il collegamento ad alta velocità Torino-Lione produrrà emissioni almeno fino al 2055. Come titolare in Commissione Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare (ENVI), sono particolarmente impegnata nell'incoraggiare e vigilare sulla transizione a una mobilità autenticamente sostenibile. Per questo motivo, il mese scorso, con il sostegno di altri 20 eurodeputati, ho scritto al vice-presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, e al commissario all'ambiente, Virginijus Sinkevičius, per sollecitare un loro riscontro in merito alla compatibilità tra le grandi opere e il Green deal europeo."
"Non esito a definire il TAV un crimine ambientale, e invito il ministro Giovannini a impostare le sue valutazioni rispetto alla continuazione di questo progetto, e in generale sullo sviluppo infrastrutturale previsto dal Recovery Plan, su solide basi scientifiche che ne attestino o meno la sostenibilità, ad esempio guardando al calcolo delle emissioni sul ciclo di vita.
La transizione ecologica verso la quale stiamo indirizzando tutte le politiche europee” - conclude Eleonora Evi - “non può ammettere opere dall'impatto ambientale devastante: continuare a supportare il TAV è semplicemente un atto di incoerenza”.