“A parlare con San Francesco son tutti buoni, perché non provate con il lupo?”: con questa breve citazione può essere riassunto tutto il senso del Romano Prodi-pensiero. Il professore ed ex premier, ospite del Salone del Libro di Torino per presentare l'autobiografia “Strana vita, la mia” (scritta a quattro mani con giornalista Marco Ascione, ndr), ha dialogato con Gustavo Zagrebelsky sul significato della politica, sui rapporti internazionali e sull'Unione Europea.
“Essere divisivo vuol dire avere idee forti senza rinunciare al dialogo”
Uno dei termini che hanno segnato profondamente la carriera istituzionale di Prodi, citato costantemente nel libro, è 'divisivo', declinato positivamente: “Esserlo – ha affermato – significa avere idee forti e portarle avanti con convinzione ma in modo leale e senza rinunciare al confronto e all'ascolto perché il dialogo è il fondamento della politica. La mia idea di democrazia vede un raggruppamento riformista e uno conservatore contendersi il paese, dove chi vince governa e dove venga garantita l'alternanza”. L'occasione è stata buona anche per allontanare, almeno in parte, le voci che lo vorrebbero come futuro candidato alla presidenza della Repubblica dopo Sergio Mattarella: “Questo – ha aggiunto – è il tempo della riflessione e dei ricordi”.
I rapporti con i leader internazionali
Un altro aspetto fondamentale è stato sicuramente quello delle relazioni con i leader politici di tutto il mondo, compresi i dittatori come Gheddafi con cui Prodi ha sempre mantenuto un atteggiamento di dialogo: “Se non si parla - ha proseguito – con chi è più lontano da noi con chi dovremmo farlo? Con lui ho sempre avuto un rapporto molto franco: all'inizio della sciagurata guerra in Libia dissi che, in caso di una sua uccisione, il paese sarebbe scoppiato e la cosa è puntualmente avvenuta. Il conflitto dura ormai da tantissimo tempo e il potere è stato preso dalla Turchia e dalla Russia; il mio senso della politica mi porta a pensare che le proprie idee vadano affermate ma che le aperture siano altrettanto necessarie”.
Europea: moneta unica, allargamento a est e Costituzione
In chiusura, Prodi ha rivendicato con forza i traguardi ottenuti dall'Italia in chiave comunitaria e dall'Unione Europea durante i suoi mandati da Presidente del Consiglio: dalla moneta unica all'allargamento ai paesi dell'ex area sovietica, definito come “fondamentale per estendere la democrazia, i benefici economici e la pace”, ma rimpiange il naufragio del progetto della Costituzione Europea per non aver raggiunto un accordo con la Francia sull'inserimento nel testo delle radici cristiane a causa del veto dell'allora presidente Chirac.