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Economia e lavoro | 12 novembre 2021, 10:41

Ex Embraco, aspettando Mattarella nuove accuse al ministro Giorgetti (e agli assenti): "Dazn è più importante del lavoro"

Sistemati come da previsione davanti a piazza Borgo Dora per consegnare una lettera al Capo dello Stato, i lavoratori del presidio puntano il dito contro i colleghi che non partecipano mai e contro il trattamento del Mise al network che trasmette la serie A

Manifestazione ex Embraco

I manifestanti ex Embraco in attesa del capo dello Stato di fronte al Sermig

Come da programma, si sono sistemati con il loro striscione in piazza Borgo Dora, appoggiati alle transenne, in attesa del Capo dello Stato Sergio Mattarella che oggi è in visita a Torino. Sono gli operai della ex Embraco di Riva di Chieri, che ormai da mesi hanno dato vita al presidio "La tenda del lavoro" in piazza Castello, di fronte alla Regione e che oggi vogliono consegnare al Presidente della Repubblica una lettera in cui rilanciano l'urgenza e la gravità della loro situazione, con gli ammortizzatori sociali che scadranno il 22 gennaio 2022.

Il dito puntato contro chi non partecipa mai

Ma è un clima sempre più amaro, quello che accompagna i manifestanti: fiaccati nelle energie e nel numero. Tanto che, in una diretta affidata a Facebook nell'attesa che arrivi il Capo dello Stato, gli operai presenti raccontano di come i passanti si interroghino sul loro numero così ridotto. "Siamo in 15, a fronte delle quasi 400 persone che vengono sempre segnalate nelle dichiarazioni e nei documenti. La gente passa e ci chiede perché siamo così pochi. Chi può, venga qui e ci raggiunga".
Una situazione che si è man mano delineata anche nelle altre manifestazioni e nel presidio della Tenda. "Capiamo che qualcuno possa avere trovato dei lavori extra, ma qui c'è in gioco il futuro di tutti. E la cassa integrazione presto finirà e saremo tutti in mezzo a una strada".

Giorgetti e Dazn: "Il calcio è più importante del lavoro"

Un altro elemento di particolare disturbo, per gli operai, riguarda - ancora una volta - il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti. L'uomo ritenuto in qualche maniera responsabile dell'affondamento del progetto Italcomp e che, da mesi, non risponde alla richiesta di sindacati e lavoratori di fissare un tavolo per capire la situazione della vertenza e la presenza o meno di vie d'uscita. 
Lo stesso ministro che, nelle scorse ore, ha invece convocato d'urgenza i vertici di Dazn, il network che ha i diritti per la trasmissione in streaming delle partite di Serie A. In pochi giorni, è stato sciolto il nodo della "stretta" che Dazn voleva imporre al numero di device in cui era possibile vedere le partite contemporaneamente.
Su Embraco, invece, il silenzio prosegue: "Pensiamo solo al calcio in questo Paese, se chiudono il calcio, la gente scende in piazza. In 24 ore Giorgetti ha risolto da solo il problema di Dazn, deve essere proprio bravo. Ma invece di risolvere il problema del lavoro, risolvono quelli secondari. Ma se non c'è il lavoro, non si guarda neanche il calcio o altro".

Interrogazione parlamentare

Intanto in Senato nei giorni scorsi i senatori di Italexit Martelli, Paragone e Giarrusso hanno presentato un'interrogazione rivolta proprio al Ministro dello Sviluppo Economico per richiedere urgenti aggiornamenti sulla questione Italcomp. "C'è da chiedersi se Giorgetti vuole ancora fare gli interessi del suo “caro vecchio Nord” oppure se ha già giurato eterna fedeltà a Bruxelles - si legge nel testo depositato dai parlamentari -. Da 30 anni in Italia manca una qualsiasi strategia di sviluppo industriale. Oggi come non mai, lo Stato avrebbe tutto il diritto di tornare a ricoprire un ruolo da protagonista e decisore nelle sorti dell’economia. Si stanno giocando partite importantissime nello scacchiere internazionale in tema di energia, innovazione, mobilità e ricerca scientifica: non si può assolutamente pensare di affidarsi solo all'iniziativa privata, relegando lo Stato a soggetto passivo che al massimo paga la cassa integrazione quando i progetti falliscono".

 

Massimiliano Sciullo

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