“Lo stallo dell’ex Embraco, che ormai si trascina da quattro anni, è purtroppo non solo ingiusto, ma profondamente disumano”. E’ questo il messaggio che ha voluto rilanciare l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia questa mattina al Santo Volto, dove ha incontrato il mondo del lavoro torinese.
Per Elcograf 42 prepensionamenti hanno evitato il licenziamento
E a dare maggiore forza alle sue parole gli interventi precedenti di due operai della ditta di Riva di Chieri e dell’Elcograf di Borgaro. La crisi di quest’ultima azienda del settore tipografico si è chiusa fortunatamente positivamente: a marzo 2021 per 42 dipendenti sui 120 complessivi si sono aperte le porte del prepensionamento, evitando il licenziamento. Un risultato raggiunto, come ha ricordato l’Arcivescovo, grazie all’impegno “di tutti gli attori in campo”.
Per Embraco venuto meno percorso programmato
Nosiglia ha parlato di “disoccupazione come piaga sociale da combattere”, sottolineando poi come “il diritto al lavoro resta il punto centrale di ogni società” che porta con sé “diritti quali la famiglia, il tempo libero, il riposo”. “Il caso dell’ex Embraco – ha continuato - è solo l’ultimo di una serie di situazioni in atto anche in altre aziende del territorio, in cui tanti lavoratori si sono trovati ad affrontare scelte ingiuste e devastanti per la loro vita e la loro famiglia. Colpisce per l’ampiezza dell’azienda e per il venir meno, da parte anche delle istituzioni, di un percorso programmato insieme con gli imprenditori, i sindacati e il personale, con accordi idonei ad affrontare i problemi. Tanto più che il lavoro non manca nella nostra realtà e sembra dare buoni frutti anche sul piano della produzione, negli ultimi anni”.
"Chiesa torinese pronta a fare la sua parte"
Nosiglia ha poi voluto ripercorre le ultime tappe della vicenda Embraco. Nelle scorse settimane i lavoratori hanno fatto avere tramite il Prefetto al Presidente della Sermig Sergio Mattarella, in occasione della sua visita a Torino per l’inaugurazione del PalaSermig, una lettera per rilanciare l’urgenza della situazione con gli ammortizzatori sociali che scadranno il 22 gennaio 2022. L’Arcivescovo ha poi incontrato tre volte il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, firmando poi insieme a Regione e sindacati una lettera al Premier Mario Draghi per sollecitare l’elaborazione di piste concrete.
“Non tocca alla Chiesa indicare soluzioni concrete al riguardo, ma richiamare con forza tutte le parti in causa a fare ogni sforzo, con responsabilità, per superare questa situazione e ritrovare la via di una soluzione. La Chiesa torinese è pronta a fare la sua parte, non solo con l’appoggio morale, ma anche con ogni altro mezzo a sua disposizione, per dare un concreto sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie" ha concluso.
Ad intervenire anche l'assessore regionale al lavoro Elena Chiorino, che ha sottolineato: "Il lavoro non è un dono concesso a pochi raccomandati, ma è un diritto per tutti che restituisce dignità alla persona: la politica deve saper creare le opportunità, sostenendo e tutelando gli imprenditori che con serietà investono sul nostro territorio e hanno a cuore sia il risultato della propria azienda, ma anche il benessere dei propri dipendenti". "Dobbiamo ricordare come gli ammortizzatori siano solo uno strumento “ponte” e non un “fine”: è indispensabile – ha ricordato l’assessore Chiorino – mantenere sempre alto il livello serietà a tutti i livelli istituzionali per portare avanti progetti di reindustrializzazione e riconversione in relazione ai processi d’innovazione che il mercato competitivo oggi ci riserva".