Con un annuncio carico di delusione, l'arcivescovo Cesare Nosiglia ha annunciato il nuovo rinvio dell'incontro europeo di Taizé.
Dal 28 dicembre al 1° gennaio 2022 a Torino si sarebbero dovuti radunare più di seimila giovani cristiani provenienti da tutto il mondo. Ma dopo un primo slittamento imposto dalla pandemia, il capoluogo piemontese non ospiterà la 44esima edizione del “Pellegrinaggio della fiducia della terra” di Taizé. "La Comunità ecumenica, insieme con la diocesi e la Commissione subalpina delle Chiese spiegano bene le ragioni, gravi, che impongono la decisione".
Appuntamento a luglio 2022
"Ma io credo di dover offrire qualche altra parola, che va oltre la ragionevolezza e il legittimo rammarico", ha aggiunto Mons. Nosiglia. "Una prima parola è grazie. Grazie a quei giovani d'Europa che avevano già accolto il nostro invito, e che non erano pochi: 4500 iscrizioni a oggi indicano l'attesa e la speranza che si erano indirizzate su questo incontro. Altri se ne sarebbero aggiunti in dicembre. Per tutti i giovani l'appuntamento è rinviato, al prossimo luglio. Grazie poi alle istituzioni che hanno contribuito finora alla preparazione del progetto, e che – mi auguro – continueranno a essere con noi con la stessa generosa disponibilità".
Nosiglia invita all'accoglienza
"Accogliere è la seconda parola. Accogliere qualcuno nella propria casa significa accoglierlo nella propria vita - ha aggiunto l'arcivescovo di Torino - E questo dell'accoglienza è, in realtà, un esercizio che la nostra Chiesa già compie, e con risultati grandiosi. Quando accogliamo gli stranieri, le donne in difficoltà, i malati, i profughi…".
"Rinvio come messa alla prova"
"La terza parola è prova", ha detto ancora Mons. Nosiglia. "In questo rinvio dell'incontro la cosa più importante da capire è che noi, in prima persona, siamo messi alla prova. Noi che abbiamo lavorato tanto per preparare questi giorni; noi che ci aspettiamo, dal raduno di tanti giovani intorno alla ricerca di Cristo un segnale forte di speranza e di gioia... Noi, infine, che sappiamo che i giovani sono il nostro futuro, e che non possiamo non scommettere su di loro. Ed è quello che continueremo a fare, in attesa dell'incontro di luglio", ha concluso l'arcivescovo di Torino.