Il nome di Stefano Della Casa, per tutti Steve, non può passare inosservato in quel di Torino. E non può farlo, soprattutto, se torna ad essere associato alla cabina di regia del Torino Film Festival, rassegna che contribuì a creare nell'ormai lontano 1982 come Festival Internazionale Cinema Giovani e a rendere grande come direttore dal 1999 al 2002.
"Una grande emozione tornare"
E così, uno dei grandi protagonisti della vita culturale della città fin dagli anni '70, fondatore – tra gli altri - del Movie Club e di Hiroshima Mon Amour, torna ad essere al centro della scena succedendo a Stefano Francia Di Celle alla direzione del TFF: “È veramente una grande emozione - commenta – perché non succede spesso di essere richiamati: tornare a lavorare per una manifestazione a cui hai dedicato 20 anni della tua vita fa un po' impressione, proverò ad essere all'altezza della situazione anche perché è tutto diverso da allora e il cinema non è più lo stesso. Considerate le condizioni proibitive causate dalla pandemia, Stefano ha comunque fatto un lavoro eccellente”.
Un Torino Film Festival "divertente"
Quella del 2022 non sarà un'edizione qualunque del Torino Film Festival perché segnerà il suo 40ennale. Nonostante la grande responsabilità, Della Casa ha le idee chiare sull'impostazione da dare: “Voglio – prosegue – fare un festival divertente e ce la metterò tutta. Il rapporto tra la gente e il cinema è radicalmente cambiato, la proiezione in sala non è più esclusiva perché i film si possono vedere in anteprima anche a casa, in televisione o sul computer. Per questo motivo dovremo cercare di attirare il pubblico con esperienze uniche e incontri che stimolino la partecipazione, soprattutto attraverso il racconto e ospiti significativi: tutti i festival hanno bisogno di un restyling per adeguarsi ai tempi e al mondo, decidendo se essere delle feste o meno”.
La “cura dimagrante” al programma
Pochi dubbi anche per quanto riguarda il programma: “Mettere più carne al fuoco - aggiunge ancora – non sempre equivale a ricchezza di contenuti, le cure dimagranti fanno bene e dobbiamo allontanarci dalla logica del supermercato: vorrei invece diminuire il numero dei film e delle proiezioni rendendo tutto più concentrato e contratto, la bulimia di pellicola non serve a nessuno anche perché le piattaforme di cinema in streaming consentono di recuperare facilmente. L'obiettivo, inoltre, è quello di rendere il festival comprensibile a chiunque e non solo ai cinefili, puntando sulla varietà e sulla qualità dell'offerta; fare radio mi aiuta a orientarmi sui gusti della gente e sto pensando a qualcosa legato ai western, mia grande passione”.
La risposta alle polemiche di Fratelli d'Italia e Lega
Nessuna preoccupazione, infine, sulle polemiche sollevate dal centro-destra sulla sua nomina, ritenuta “divisiva” per il passato personale di Della Casa: “Il tribunale - risponde - mi ha riabilitato, ho la coscienza a posto e per questo verrò giudicato soltanto per il mio lavoro”.