Prosegue la stagione 2021/22 di Sala Scicluna, in via Renato Martorelli 78, cuore di Barriera di Milano. Uno spazio polivalente, votato alla libera fioritura delle arti in un quartiere periferico e multiculturale, dove l’incontro tra i diversi linguaggi espressivi genera valore umano arricchendo gli animi e sensibilizzando alla bellezza condivisa. Da ottobre la Sala è tornata ad accogliere spettacoli, concerti ed eventi letterari, allestendo una variegata stagione ancora tutta in divenire, fino a maggio.
Il mese di febbraio si apre con il recupero di uno spettacolo originariamente programmato per il Giorno della Memoria (e rinviato causa Covid). Giovedì 10 e venerdì 11 febbraio, alle ore 20.45, Il Piccolo Teatro Instabile mette in scena un testo inedito, ispirato alla magnetica figura di Leni Riefenstahl, nota come “la regista di Hitler”, e alla tragedia poco conosciuta dei bordelli istituiti nei lager. Kammerspiel. Catturai la bellezza, scritto da Manuela Marascio, è il racconto, tra oblio della memoria e testimonianza ai posteri, di un incontro irripetibile: quello tra la cineasta prediletta del Führer e Lili, personaggio di fantasia, ma tracciato idealmente sulle sagome delle tante deportate costrette a prostituirsi nel Sonderbau, il cosiddetto ‘edificio speciale’ di Buchenwald, fatto costruire dal capo delle SS Himmler. La commissione, per volontà dello stesso Hitler, di un documentario sui territori occupati dalla Germania nazionalsocialista è l’occasione per Riefenstahl di toccare con mano lo strazio delle donne nei campi, ridotte a oggetto di piacere per pochi, selezionati internati. Tra questi figura Peter, affamato di vita nonostante l’orrore in cui è immerso, che rende Lili sua confidente, amica e amante, affidandole una missione di salvezza. Con Giovanni Badellino, Tiziana Blasi, Manuela Marascio, Bruno Righettoni e Massimiliano Scelsi. Musiche e luci a cura di Francesco Blasi.
IPTI - Il Piccolo Teatro Instabile, che quest’anno festeggia i 24 anni di attività, porta in scena da diverso tempo spettacoli dedicati al ricordo e alla testimonianza in occasione del Giorno della Memoria. Il ricordo di chi saremo, tra passato e presente propone formule efficaci, che arrivano a ogni tipo di pubblico, bambino o adulto, giocando su più registri narrativi – dal racconto storico di personaggi realmente vissuti alla favola educativa, dai monologhi di denuncia su temi di attualità al pathos corale che invita alla riflessione collettiva. Perché il 27 gennaio non sia solo una data incisa per convenzione sul calendario, ma un’occasione per meditare su chi siamo oggi e chi possiamo essere domani. Perché germi quali il razzismo, la discriminazione, l’omofobia, il negazionismo (di ogni sorta) e la paura del diverso non attecchiscano più.
Si prosegue sabato 12 febbraio, sempre alle ore 20.45, con il ritorno in Sala Scicluna di Valentina Soster, cantautrice bresciana già ospite della passata stagione, che presenterà al pubblico Quando il sommacco diventa rosso. Lettere da Pola. Ispirato al libro omonimo di Fulvia Giusti, è uno studio multidisciplinare sulle foibe per ragionare sul Giorno del Ricordo e raccontare ciò che accadde in Istria nel Novecento. Ma, prima di tutto, è la storia di un viaggio: “quella struggente bellezza che hanno le partenze di cui si anela l’immediato ritorno - spiega Soster -, quelle partenze delle quali ci si porterà per sempre sulla pelle l’odore dell’addio e quel morbido e quieto piacere di sentirsi a casa, seppur donna straniera, in una terra capace di accogliere”. Una storia in forma di lettere mai spedite di un epistolario immaginario tra una donna degli anni ’20 e l’ultima discendente della sua famiglia, una giovane del 2000. La scrittura e la musica diventano così un ponte tra generazioni e culture differenti, per lasciare spazio al dubbio che la storia non sia unicamente una lapide messa in bella posta sul bordo del precipizio, per far tacere il tutto.
Infine, sabato 26 febbraio un nuovo felice ritorno per Sala Scicluna. Dalle 20.45 Il Bardo e la Volpe proporrà Dolci echi del passato, un concerto per violino e arpa celtica con Alessia Cargnino e Alessandro Cinti.
Il duo nasce nell'aprile del 2019 da un'idea di Alessandro, con lo scopo di sensibilizzare il vasto pubblico alla musica celtica e tradizionale irlandese. Il debutto avviene nello stesso anno presso il Santuario di San Vito a Nole, cui seguono concerti sul palco dell’Associazione culturale Arte di Torino e presso la pro loco di Venaria Reale, inaugurando la mostra fotografica D...come donna di Lorenzo Carrus. Nel giugno 2020 sono invitati da Luigi Ronzulli a inaugurare con un concerto la Cascina Solidale di Fiano e,
nello stesso anno, vengono selezionati in qualità di interpreti per il musical Re Artù - L'amore oltre l’inganno, in collaborazione con la compagnia teatrale Noteateatro, per la prima assoluta italiana presso il Teatro Alfieri di Torino in programma prossimamente.
Il nome del duo ha un significato particolare: il bardo (Alessandro) è, per i popoli celtici, il poeta e cantore di imprese epiche, il conservatore del sapere popolare; mentre la "volpe" rappresenta l'animale totem di Alessia.














