La Butterfly Area dell’Università di Torino si presenta a Dubai Expo e si veste di internazionalità. Per ora quasi 300 aziende hanno risposto alla call e in 180 hanno firmato il Memorandum of Understanding, tra queste le già note Iren, Lavazza, Novamunt, cui si sono aggiunte Petronas, Radici, Raspini, Reinaldi Cosmetici, Sea Marconi, Pegaso, Pentex, Reale Mutua, Skf, Inrim, Sargomma, Syntesis 3 e Martor.
La struttura d’avanguardia , in cui si trasferiranno le facoltà di Chimica e Biologia, sorgerà di fianco al Campus Città delle Scienze e dell’Ambiente di Grugliasco. Anche l'Istituto Zooprofilattico trasferirà parte delle sue attività all'interno della Butterfly.
“Siamo a Dubai per dare impronta internazionale al progetto, che nasce legato al territorio, ma che ha una vocazione estera. Abbiamo visitato centri che hanno lo stesso spirito tecnologico”, spiega la vice rettrice dell’Unito Cristina Prandi.
Tra le visite che ha condotto la delegazione Unito a Dubai, quelle presso centri high tech di alto livello che potrebbero decidere di investire a Torino. Come la Food Technology Valley (TBC), specializzata nell’agroalimentare, nell’agricoltura sostenibile e nel cibo del futuro che ha “progetto gemello”, ma che manca di personale ed è in cerca di know how accademico di alto profilo scientifico e di ricerca, personale di cui UniTo dispone. E poi il Sharjah Research Technology - and Innovation Park, che promuove la connessione tra ricerca e sviluppo del territorio, coltivando la cultura d’impresa, ma anche l’ICBA, il centro di ricerca specializzato nell’agricoltura biosalina, la Sorbonne University di Abu Dhabi e Emirates, il College for Advanced Education (ECAE) e non solo. Le nuove opportunità di internazionalizzare puntano ora verso Israele.
Il Contest
Tra le novità annunciate anche il lancio di un contest nazionale “La Butterfly che vorrei” con la partecipazione di studenti futuri abitanti della struttura come chimici, biologi, agronomi, insieme a studenti di ingegneria e architettura di tutta Italia. Obiettivo sarà chiedere di partecipare direttamente alla costruzione dell'edificio da 50 mila metri quadrati, ispirato ai temi della sostenibilità ambientale e del riciclo.
Le aspettative
“Ci aspettiamo tra i 12 e i 13 mila studenti e ricercatori che vivranno nella zona residenziale da 360 posti letto, ristrutturata tramite Edisu. Abbiamo un capitale da 9 milioni di euro per la ricerca per mettere un campus universitario a disposizione del territorio e aprirlo alle imprese in cui svolgere ricerca d’eccellenza”.
Obiettivo del progetto è proprio sviluppare ambienti congiunti con le aziende e organizzare programmi pilota per affrontare il problema del nesso, spesso mancate, tra ricerca e sviluppo. “Non abbiamo ancora gli spazi e stiamo costruendo i contenuti, cercando anche di venire incontro alle esigenze delle aziende. Vorremo riuscire a creare una filiera di aziende che hanno tutti lo stesso problema, che siano competitors, ma che collaborino per la soluzione comune ai loro problemi”.
“L’idea è di creare un città nella città con al centro il tema della sostenibilità e l’accessibilità” conclude Sandro Petruzzi, Direzione Edilizia e Sostenibilità UniTo.