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Economia e lavoro | 11 marzo 2022, 07:00

La Russia tra i motori che hanno rilanciato l'export piemontese nel 2021: numeri migliori del pre Covid, ma adesso?

Gli scambi, così come le importazioni, hanno mandato in archivio rimbalzi a doppia cifra: +20,6% e +25,7%. Con la nazione di Putin la maggiore crescita tra i Paesi extra Ue: ma il domani è tutto da scrivere

export in crescita per il Piemonte

Numeri da record per l'export e l'import piemontese nel 2021. Ma ora cosa succederà?

Un doppio rimbalzo, sia in entrata che in uscita, per gli affari piemontesi. Segno che la crisi del Covid è alle spalle. Ma numeri da prendere con le molle, visto che l'attualità - con la guerra tra Ucraina e Russia - tratteggia difficoltà decisamente difficili da decifrare con esattezza.

Secondo i dati di Unioncamere Piemonte, infatti, il 2021 porta con sé una forte crescita dell’export che ha sfiorato i 50 miliardi di euro di valore (49,6 per la precisione), registrando un +20,6% rispetto al 2020 e un +5,7% rispetto al 2019, quando Covid e lockdown ancora erano sconosciuti.

A livello di trimestri, sono stati soprattutto i due centrali a dare l'impulso, mentre il quarto è stato meno vivace.

Numeri in netta crescita anche sul fronte delle importazioni: +25,7% rispetto all’anno precedente, per un valore delle merci di 35,1 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, dunque, resta ampiamente positivo. 

"Le nostre merci hanno mantenuto la loro capacità di approdare sui mercati esteri. Ma la nostra economia e il nostro export sono inevitabilmente legati agli eventi internazionali a cui stiamo assistendo - commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -. La crisi geopolitica sta portando al rialzo i prezzi delle materie energetiche e alimentari e creando disequilibri e difficoltà anche nel reperimento di beni intermedi. Le imprese hanno bisogno di sostegni immediati e di politiche efficaci per contrastare il 'caro energia' e poter scongiurare il fermo di alcune produzioni".

Grazie alla crescita a doppia cifra delle vendite oltre confine, il Piemonte si è confermato anche nel 2021 la quarta regione esportatrice (dopo Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) con una quota del 9,6% delle esportazioni complessive nazionali, dato superiore al 2020 (9,4%) e in diminuzione rispetto agli anni precedenti: 2019 (9,8%), 2018 (10,4%) e 2017 (10,7%). La Toscana (9,2%) segue a solo un decimo di punto di distanza. Tutti i principali settori orientati alle esportazioni hanno vissuto un rimbalzo importante nel corso del 2021. I mezzi di trasporto sono tornati a essere il primo settore per l’export regionale, con una quota pari al 19,5%: registrano una crescita del 32,7% rispetto al 2020 e un incremento del 9,2% sul 2019. Si conferma secondo settore per le vendite oltre confine del Piemonte il comparto meccanico: la variazione registrata si attesta al +16,6% sul 2020 e al +1,3% sul 2019. L’alimentare, con oltre 7 miliardi di merci esportate nel 2021, si attesta in terza posizione, evidenziando dinamiche fortemente positive sia rispetto all’anno precedente (+15,8%) che sul 2019 (+16,6%). I metalli mostrano il rimbalzo più sostenuto, segnando un +35,9% sul 2020, positiva anche la variazione calcolata rispetto alle vendite oltre confine realizzate due anni prima (+16,9%). La gomma plastica, che incide sul totale export piemontese per il 7,2%, cresce del 13,7% e mostra un incremento sul 2019 più modesto (+1,3%). Il comparto tessile è l’unico che, pur incrementando il proprio export del 5,0% sul 2020, non recupera ancora in termini di valore esportato quanto perso durante la pandemia, segnando ancora una contrazione del 2021 sul 2019 del 15%.

Boom della Germania, ma anche la Russia aveva fatto molto bene

A livello geografico, il risultato ampiamente positivo è dovuto soprattutto alle esportazioni piemontesi verso la Germania (+22,1%), primo mercato per le vendite all’estero della regione. Una crescita importante (+13,1%) è stata registrata dall’export verso la Francia, secondo mercato di riferimento. Le vendite verso la Spagna hanno segnato un aumento del 20,5%. Tra i principali mercati extra-Ue 27, incrementi a doppia cifra caratterizzano anche l’export verso il Belgio (+20,9%), i Paesi Bassi (+22,4%) e la Repubblica Ceca (17,7%).

Ma le vendite piemontesi dirette ai Paesi extra-Ue 27 hanno mostrato, se possibile, una tendenza ancora migliore: +22,5% rispetto all’anno precedente. Suona particolarmente ironico, in un periodo come questo, sapere che tra tutte le destinazioni extra Ue, dopo il Brasile (+50,3%), è stata proprio la Russia (+28,3%) a fare il risultato migliore, seguita dalla Cina (+23,9%). Ma adesso, con nuovi equilibri tutti ancora da costruire, questi dati potrebbero essere già storia antica.

Asti e Torino crescono, insieme al Vco

A livello provinciale il 41,6% dell’export regionale è generato dalle imprese di Torino, seguono quelle cuneesi con il 18,4%, le aziende di Alessandria e Novara con rispettivamente il 12,1% e il 10,8%. Un peso inferiore ai 10 punti percentuali appartiene alle altre realtà provinciali. In termini di dinamica sul 2020 le crescite maggiori contraddistinguono Verbania, Asti e Torino. Biella risulta invece l’unico territorio che, a causa della specializzazione tessile, non è ancora riuscito a recuperare quanto perso in fase pandemica.

Massimiliano Sciullo

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