"Non è Torino senza Perosino". È il grande cartellone sostenuto da tanti giovani frequentatori dell’Imbarco e che oggi davanti al Comune si sono trovati per protestare insieme ad Anna Carla De Coster, attuale gestore dello storico locale e tanti altri sostenitori, per chiedere al Comune un accordo ed evitare così lo sfratto.
Entro il 31 marzo, tutta la famiglia che si occupa da sempre dell'ultimo ristorante sul Po, dovrà sgomberare e andarsene.
"Siamo disponibili a collaborare con il Comune, se verranno eliminare le nostre cause in corso, e siamo disponibili anche a rinunciare all’immobile trasformandolo in bene comune", spiega De Coster che domani incontrerà la vice sindaca Michela Favaro.
La madre di Anna Carla, Graziella Perosino, l’ultima barcaiola, è intestataria dell’immobile dove oggi vive tutta la famiglia. Ha 82 anni, ha visto il padre, maestro d’ascia, fondare il locale nel 1936 e ha poi portato avanti la sua eredità.
Ha sposato Gianni De Coster, “l’uomo con il cappello” come lo chiamano tutti, e insieme sono diventati un simbolo e punto di riferimento della vita sul Po, coinvolgendo anche i più giovani, venuti numerosi a sostenere il locale.
"Adesso ci hanno tolto l’immobile, abbiamo dieci giorni per andarcene. Abbiamo provato a fare diverse proposte ma i tecnici del Comune ci chiedono di pagare 300 mila euro, per il mancato pagamento di circa 12 anni di affitto di un immobile nostro anche se il Giudice ha già sentenziato che non li dobbiamo. Questo entro il 2023 e dopodiché, nel 2024, il mobile andrà a bando. Abbiamo fatto ricorso in cassazione sulla proprietà, ma siamo comunque disponibili a collaborare", spiega Anna Carla.
La struttura che oggi propone pranzo cena e dopocena è un immobile che è stato ristrutturato negli anni ‘80 dagli architetti Mino Stanchi e Roberto Gambino.
È stato costruito in modo da sopperire a qualsiasi piena, ma se venisse abbandonato non solo andrebbe incontro a in grave stato di incuria ma rappresenterebbe la perdita di un locale storico, amato da tanti torinesi.
La Cassazione non ha ancora emesso la sentenza ma Anna Carla spera di potersi mettere d’accordo con il Comune. "Per noi, per i miei genitori e mia figlia Cecilia, non è solo un ristorante, è casa. Domani parlerò con la vice sindaca per cercare di trovare una soluzione".