Dopo due anni di stop per la pandemia, a Torino torna il tradizionale corteo del 1° Maggio. Un ritorno ovviamente segnato dalla guerra in Ucraina: nel capoluogo piemontese, così come nel resto d'Italia, la manifestazione avrà come tema "Al lavoro per la pace". La partenza è fissata alle 9 in piazza Vittorio, mentre l'arrivo alle 11 in piazza San Carlo. Qui dal palco interverranno tre delegati sindacali - uno del settore sanità, uno degli edili e uno degli appalti - Monsignor Cesare Nosiglia ed il sindaco Stefano Lo Russo. Quest'ultimo rappresenta un po' una novità: se l'ex prima cittadina Chiara Appendino ha sempre preso parte all'iniziativa, l'ultima figura istituzionale cittadina a prendere la parola davanti alla piazza del 1°Maggio era stato Piero Fassino. A chiudere l'evento - a nome di Cgil, Cisl e Uil - la segreteria torinese della Cgil Enrica Valfré.
Nel 2021 oltre il 99% dei posti di lavoro creati erano precari
"Sono stati due anni di paura, - ha commentato Valfré - dove abbiamo contato i morti: per ripartire ci deve essere un'economia di pace". Se dopo il periodo del Covid-19 si intravedevano i primi segnali di ripresa economica, anche se come ha spiegato il segretario generale della Uil Piemonte Gianni Cortese "il 99,3% dei posti di lavoro creati nel 2021 erano precari, con contratti a breve e brevissimo termine", l'inflazione ed indirettamente il conflitto ucraino hanno colpito duramente i redditi più bassi.
In Piemonte oltre 80mila nuovi bisognosi
La guerra ha fatto schizzare verso l'alto i prezzi dell'energia, così come quelle delle materie prime, a partire dal grano. "Se l'inflazione - ha spiegato Valfré - rimane al 6%, potremo avere un milione di poveri in più". Considerando che la nostra regione vale circa l'8%-10% di quest'ultimo dato, in Piemonte si rischia di avere tra gli 80 mila e 100 mila nuovi bisognosi.
Oltre il 44% dei torinesi fatica ad arrivare a fine mese
E la conferma che sempre più persone sono a rischio povertà arriva, come spiegato dal segretario generale Cisl Torino-Canavese Domenico Lo Bianco, da un questionario fatto dalle tre organizzazioni sindacali. L’indagine è stata condotta on line e ha coinvolto duemila lavoratori, tra dipendenti e autonomi, del Torinese: ben il 44.8% ha grosse difficoltà "ad arrivare a fine mese o di dover fare sacrifici per far quadrare il bilancio familiare". "Aumentare i salari - ha sottolineato Lo Bianco - è la nostra priorità".
Rischio tensioni
E dopo due anni di stop, il 1° Maggio potrebbero esserci di nuovo tensioni. Questa mattina Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato la Questura per parlare di sicurezza. A preoccupare, in particolare modo, proteste da parte dei no-vax ed eventuali provocazioni sul conflitto ucraino. I centri sociali, così come gli antagonisti, si troveranno al fondo del corteo: a loro non sarà consentito accedere in piazza San Carlo fino alla fine dei comizi. "Chiediamo che non ci siano scontri: per noi tutte le posizioni sono benvenute, purché non ci siano violenze. Bisogna dare un segnale di pace" ha concluso Valfré.