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Politica | 27 aprile 2022, 18:03

La Regione taglia i fondi extra-Lea, Rosatelli: "Facciamo chiarezza"

L'assessore: "Chi non è autosufficiente è prima di tutto una persona ammalata: è necessario che il sistema sanitario, in un’ottica universalistica, si assuma le proprie responsabilità"

Jacopo Rosatelli

Jacopo Rosatelli

"Pensate che oggi stiamo pagando ipoteticamente anche a notai di Torino assegni di cura delle badanti": queste le parole usate ieri dal consigliere regionale e presidente della Lega Piemonte, Alberto Preioni, per giustificare il taglio di 5 milioni ai fondi "extra Lea (Livelli essenziali di assistenza)" deciso dalla maggioranza di centrodestra.

Oggi l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli ha voluto fare chiarezza sul tema: "Le prestazioni domiciliari in favore delle persone non autosufficienti sono regolate in modo uniforme in Piemonte da una DGR, la n. 3/2020. Il sostegno – che si traduce in risorse economiche trasferite alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie – prevede una componente sanitaria e una sociale. La componente sanitaria è commisurata alle esigenze di salute, non al reddito delle persone: riceve maggiori risorse chi ha problemi di salute più gravi. La componente sociale è invece riconosciuta sulla base dell’ISEE, dunque riceve prestazioni maggiori chi ha minori risorse proprie".

"La Città di Torino - ha spiegato Rosatelli - ha realizzato nel corso del tempo un modello di interventi socio-sanitari integrati a sostegno della non autosufficienza, tra l’altro in coerenza con una legge regionale che resta ampliamente inattuata. Il modello torinese, di cui la Città è orgogliosa, prevede semplicemente la pari responsabilità di ASL e servizio sociale nell’erogazione delle cure domiciliari. Esattamente come avviene per le persone ricoverate nelle RSA, dove il sistema sanitario copre il 50% della retta. Il disegno della Regione va in un’altra direzione, che noi contestiamo alla radice: ridurre la responsabilità della Sanità, da limitare agli interventi strettamente sanitari (OSS e infermieri), e lasciare il resto a carico di cittadini e servizi sociali. Chi non è autosufficiente è prima di tutto una persona ammalata: è necessario che il sistema sanitario, in un’ottica universalistica, si assuma le proprie responsabilità".

redazione

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