Con una lettera indirizzata al sindaco Stefano Lo Russo e agli assessori Rosanna Purchia, Mimmo Carretta e Francesco Tresso, oltre che alla Sovrintendenza architettonica e paesaggistica della città, il coordinamento delle associazioni ambientaliste di Torino denunciano i limiti dell'esperimento Eurovillage al Valentino.
"Il 7 maggio i cittadini hanno potuto prendere atto di ciò che significa “ingabbiare” il più noto parco pubblico cittadino. Un parco “militarizzato” con minuziosi controlli agli ingressi, perfino sui padroni di cani, e divieto di utilizzo del Po per le attività remiere. Inibito pure l’accesso a podisti e ciclisti, perfino sull’asse di Viale Virgilio verso il Po e le società remiere. Il timore di passate vicende connesse ai cosiddetti “grandi eventi” ha indotto a misure di controllo costose e complesse, difficili da attuare in un parco urbano se non con l’allestimento di recinzioni, accessi regolamentati e contingentati, e vastissima mobilitazione di Forze dell’Ordine", sottolinea in una nota la presidente del coordinamento Franca Elise.
"Ciò dimostra ancora una volta l’inopportunità di aver scelto il Valentino per allestire l’Eurovillage, che con le sue manifestazioni collaterali blocca il parco per almeno due settimane, limitandone il libero uso pubblico, soprattutto a favore dei grandi sponsors dell’evento (che in realtà si svolge nel Palalpitour), con l’allestimento di un grande palco, amplificatori, una tendopoli, strutture precarie, e diverse altre attività di somministrazione, con contorno di paninoteche, accessi presidiati dalla Polizia e pletora di agenti della Polizia Municipale. Il Valentino è inadatto per tale tipo di manifestazioni, che oltre a snaturarlo comportano allestimenti laboriosi e costosi, e grande impegno organizzativo per “metterlo in sicurezza”, e trasformarlo in grande arena o in una sorta di quartiere fieristico, in contrasto con le sue valenze di parco storico".
"Ci pare lecita qualche domanda:
quanto costa all’Amministrazione Comunale tutto questo allestimento?
A quanto ammonteranno i costi per i ripristini dei manti erbosi, degli arredi verdi, delle recinzioni? Quanto incideranno tali costi sulle risorse sempre più striminzite del Verde Pubblico per la Manutenzione Ordinaria?
Si è trattato di una scelta emergenziale fatta una tantum, oppure è stato il preludio al ripetersi di altre iniziative similari con un parco sempre più al servizio della logica dei “grandi eventi”, che lo portano a una progressiva metamorfosi in Luna Park ed Eventificio?
Temiamo che un grande parco concepito per i cittadini nel XIX secolo, cresciuto anche grazie ad eventi espositivi, e arricchitosi nel tempo grazie alle grandi esposizioni floreali diventi nel prossimo futuro uno “spazio polivalente” fatto per ospitare ogni sorta di eventi commerciali (a colpi di “deroghe”), mentre il parco e il Po cittadino, vietato ai canottieri, vengono declassati a mera scenografia televisiva. Perché non ci si è impegnati ad applicare il Protocollo del 2013 (Progetto Smart Tree) che comporta la piantumazione di nuovi alberi a compensazione delle emissioni prodotte dai “grandi eventi”?
Perché l’impegno di spesa per questi allestimenti non viene più utilmente indirizzato verso l’attrezzatura e l’adeguamento di altre grandi strutture di uso pubblico inutilizzate, molto più atte a ospitare tali eventi in modo permanente?
Ci aspettiamo almeno che alla “fine della fiera”, dopo il 14 maggio, venga presentato un Bilancio Ambientale dell’Eurovision Village: un rendiconto sui costi effettivi della manifestazione a carico dell’Amministrazione Comunale e di altri Enti; i consumi energetici; i dati complessivi sulla Raccolta Differenziata dei RSU; sul numero di sforamenti dei limiti di inquinamento acustico; sui danni ai manti erbosi e agli arredi; su quali e quanti problemi ha comportato l’iniziativa con l’intasamento del traffico nelle aree circostanti, dalla deviazioni dei mezzi pubblici alla cancellazione dei parcheggi per i residenti.
Alla fine di queste considerazioni ci auguriamo che si apra una riflessione più profonda nella Giunta e nel Consiglio Comunale sul futuro del Valentino e di altri grandi parchi torinesi, e sull’utilizzo delle strutture e degli spazi pubblici più adatti per le grandi manifestazioni", concludono le associazioni ambientaliste di Torino.