Sono sempre di più le persone che scelgono di dedicarsi alla coltivazione idroponica. Questa tecnica, che prevede la coltivazione delle piante fuori suolo, ha il vantaggio di essere semplice da gestire e di non essere in alcun modo legata alla stagionalità. Se ti stai chiedendo come procedere a livello pratico quando si parte da zero, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare diversi consigli interessanti.
Il giusto substrato
Quando si parla dei consigli per iniziare da zero a coltivare con tecnica idroponica, un doveroso cenno va dedicato alla scelta del substrato. Di alternative in commercio ce ne sono diverse - giusto per fare un paio di esempi, citiamo la lana di roccia e la torba - ma bisogna trovare quella giusta per il tipo di pianta che si ha intenzione di coltivare.
Nel caso delle piante da orto - una delle scelte più apprezzate da chi decide di allestire una piccola serra idroponica in cucina - si parla di argilla espansa e di fibra di cocco.
Per quanto riguarda la prima opzione, ricordiamo la sua capacità di ottimizzare l’ossigenazione del terreno, favorendone nel contempo il drenaggio. La fibra di cocco, invece, è il non plus ultra per quanto riguarda il mantenimento del giusto livello di umidità.
I vantaggi del web
Nel momento in cui si comincia a coltivare con la tecnica idroponica in casa, bisogna mettersi nell’ottica del fatto che non è necessario girare per negozi specializzati alla ricerca degli accessori giusti. Il web da questo punto di vista è una vera miniera. Bastano infatti pochi click per poter trovare quello che ti occorre, come dei cool tube adatti a diverse lampade, così come altri prodotti fondamentali per la creazione della propria serra, come grow box, kit già pronti, aeratori, ecc.
Attenzione al pH dell’acqua
Un consiglio molto utile da considerare quando si parla di come iniziare a coltivare piante con tecnica idroponica in casa implica il focus sul pH dell’acqua. Il range ideale è quello compreso tra 5,5 e 5,8. Si tratta di una forbice che va bene a prescindere dalla specie. Come mai? Perché quando il pH è ai sopra citati livelli tutti i nutrienti delle piante risultano solubili in acqua. Il vantaggio? Un assorbimento più semplice e rapido.
A questo punto, è naturale chiedersi quali siano i consigli per capire la situazione relativa al pH dell’acqua che si sta utilizzando per la propria coltivazione. Di metodi a cui fare riferimento ne esistono diversi. Tra i più popolari e accessibili economicamente troviamo le cartine da immergere e successivamente controllare per vedere in che modo hanno cambiato colore.
Semplici da utilizzare, hanno il piccolo contro di essere, a detta di molti coltivatori esperti, poco precise.
Una soluzione decisamente più attendibile è quella del misuratore digitale, uno strumento la cui forma ricorda quella di una penna. Quando lo si utilizza è fondamentale essere consapevoli del fatto che, a fronte di cambiamenti nella temperatura dell’acqua, si può avere a che fare anche con fluttuazioni relative ai valori del pH.
Parti con una pianta già viva e cresciuta
Sei alle primissime armi con l’idroponica? Evita di focalizzarti sui semi e parti con una pianta già viva e cresciuta. Qui trovi degli approfondimenti utili sul mondo delle coltivazioni idroponiche.
Il controllo del livello dell’acqua
Il controllo del livello dell’acqua è essenziale quando si parla di coltivazione idroponica. Se si è agli inizi, è naturale farsi domande in merito alla gestione delle tempistiche da questo punto di vista. L’optimum prevede il fatto di procedere 1/2 volte a settimana. Un aspetto al quale è importante fare attenzione riguarda l’indicazione di non eccedere. Ok, l’indicatore ha raggiunto il livello minimo: in questi casi, non bisogna preoccuparsi e precipitarsi a dare litri d’acqua alle piante. Possono infatti aspettare anche un paio di giorni. Provare per credere!
Il riciclo del substrato
Concludiamo con un’informazione sull’idroponica che non tutti i neofiti sanno: il substrato può essere riciclato dopo la prima semina, anche due o tre volte.