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Scuola e formazione | 25 maggio 2022, 12:17

Via Nizza sempre più "strada della scienza": ecco il nuovo Polo di Biotecnologie. "Ma serve anche una Candiolo 2"

Altri 30mila metri quadri (per 500 ricercatori) per le scienze umane e la genetica. Altruda: "Ma serve un altro Centro ricerche come quello sui tumori e anche un nuovo CNR"

Via Nizza sempre più "strada della scienza": ecco il nuovo Polo di Biotecnologie. "Ma serve anche una Candiolo 2"

E con questo sono due. Taglio del nastro oggi in piazza Nizza 44 del secondo edificio dell'Università dedicato alle Biotecnologie (l'altro è quello "storico", anche se ampiamente rivisitato, di via Nizza, alcuni isolati più in periferia).

Cresce la via Nizza dedicata alla scienza

Il nuovo edificio amplierà il Centro di Biotecnologie di altri 30 mila metri quadrati e si presta ad essere uno dei principali poli per la ricerca biomedica sul territorio piemontese e nazionale. Un polo con 12 laboratori (insieme ad altre aree didattiche, di incontro e di servizio) destinato all'insediamento di attività di ricerca che favoriranno la collaborazione tra gruppi provenienti da diversi Dipartimenti e luogo aperto a incubatori di impresa e a gruppi di ricerca europei.

"Questo edificio vuole essere la casa di tutte le biotecnologie e della scienza di base, che spesso genera con la sua curiosità le scoperte e i passi avanti - dice Stefano Geuna, rettore dell'Università di Torino -. L'obiettivo è mettere a sistema le migliori energie, ma anche le risorse e strutture. In attesa dell'ulteriore ampliamento che interesserà questa zona, lungo quello che ormai tutti chiamano l'asse di via Nizza. A regime, saremo un riferimento senza paragoni in Europa".

Spazio alla ricerca nella genetica, tra scienze e sanità

L’ampliamento di via Nizza 44, che ospita il Centro di Eurobioimaging in cui sarà concentrata strumentazione di elevato contenuto tecnologico, svolgerà un ruolo di catalizzatore della ricerca nel campo della genetica con l’obiettivo di coniugare le eccellenze in campo sanitario, scientifico, organizzativo e formativo in stretto rapporto con il mondo produttivo, al fine di garantire livelli elevati di risposta ai bisogni sanitari e creare occasioni di sviluppo economico e sociale, delle tecnologie applicate alla medicina, dell'ingegneria biomedica, bioingegneria e bioinformatica.

Questa nuova realizzazione potenzia il ruolo del Centro di Biotecnologie Molecolari (nei due edifici che lo compongono) e rappresenta un mix bilanciato tra ricerca fondamentale e ricerca preclinica capace di generare sia innovazione industriale grazie anche alla domanda del mondo delle imprese, sia innovazione clinica nell’ambito della medicina di precisione con importanti ricadute sul sistema sanitario.

"Con quello che sta succedendo nel mondo - dice l'assessore regionale all'innovazione, Matteo Marnati - questo centro fornirà nuovi strumenti per dare risposte a emergenze come quelle che abbiamo vissuto di recente". "Entra a fare parte di un asset strategico al pari di quelli dell'energia o militari e le nuove sfide, come conferma il recente vaiolo delle scimmie, non mancano mai. La scienza non sa ancora rispondere a tutto, c'è molto da scoprire, per questo puntiamo molto su queste risorse".

Il centro, inteso anche come braccio preclinico del Parco della Salute e della Scienza, avrà nel ruolo di direzione Fiorella Altruda, mentre il presidente sarà Lorenzo Silengo.

"È importante quel che è stato fatto, ma anche ciò che si farà qui dentro - sottolinea Chiara Foglietta, assessore comunale alla Transizione digitale -. Siamo di fronte a un tassello che andrà a comporre quella Città della Salute e della scienza, che speriamo possa finalmente superare la burocrazia e andare avanti in maniera spedita".

"Casa" per 500 ricercatori e modello per il Paese

Le attività diagnostiche molecolari che saranno implementate nel Centro puntano a essere un modello a livello nazionale. Ospitando più di 500 ricercatori, costituirà un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute e si candida a diventare il polo piemontese che può integrarsi con competenze proprie sia con altre realtà nazionali e internazionali. Un forte impulso per migliorare i servizi sanitari e creare occupazione grazie alle biotecnologie e all’industria farmaceutica.

"L'attivazione completa per la ricerca dei vari gruppi consideriamo di completarla per la fine dell'anno - dice Altruda - e molti gruppi di lavoro si trasferiranno qui a fare ricerca. La massa di addetti che saranno presenti potranno permetterci di competere a livello internazionale".

Mancano però due cose, sul territorio, secondo Altruda: "Un nuovo Centro di Ricovero e Cura a carattere scientifico come quello che Candiolo ha dedicato all'oncologia, ma magari dedicato ad altre tematiche eccellenti che sono già presenti in città. Ma anche un Centro di ricerca sulla salute come il CNR".

"Non ci fermiamo qui - conclude Silengo - e non è stato un lavoro facile, arrivare fin dove siamo arrivati. Ma c'è ancora molto da fare. Stiamo andando avanti, con le risorse che ci sono state date e tentando di finire questa costruzione".

Massimiliano Sciullo

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