Non sembra avere fine la notte dei lunghi coltelli all’interno di Torino Bellissima. Con il passare dei giorni, dopo lo strappo di Paolo Damilano con il centrodestra e la conseguente uscita di 9 consiglieri delle Circoscrizioni dalla lista civica, non si placa infatti l'eco delle polemiche tra chi ha fondato Torino Bellissima e chi aveva creduto nel progetto, prima di essere "dimenticato".
I dissidenti: "Damilano dopo le elezioni non ci ha mai considerati"
E' questa infatti l'accusa, nemmeno troppo velata, che arriva da alcuni consiglieri di Circoscrizione usciti da Torino Bellissima: "Damilano? Non l'abbiamo praticamente mai visto, dopo le elezioni. Forse solo una volta, due. Non di più". Quello che i dissidenti lamentano è di essere stati prima sedotti in campagna elettorale, poi trascurati una volta eletti. "Abbiamo indossato le sue magliette, i suoi cappellini. Abbiamo fatto volantinaggio nei quartieri. E poi?" si chiedono. I colleghi più navigati risponderebbero così: "Politica, semplice politica". Quella fatta di promesse, di personalismi, strategie e giochi di potere.
Un grazie al "figlio d'arte" e la rabbia della base
Eppure qualcuno si è sentito toccato da questo atteggiamento. Per chi si era "fatto un mazzo così" durante la campagna elettorale nemmeno un grazie. I ringraziamenti pubblici pare siano invece arrivati per Jacopo Esposito, figlio dell'ex senatore Pd Stefano. Un'altra mossa, quest'ultima, poco digerita dai consiglieri di Circoscrizione che si sono sentiti utilizzati e poi poco considerati.
Forti le frizioni anche con il coordinatore cittadino Pino Iannò, autore di post sibillini contro gli esodati bollati come "irrilevanti" per i 550 voti persi al netto di una lista capace di raccogliere più di 35.600 preferenze. "Damilano - afferma un consigliere di Circoscrizione che ha lasciato Torino Bellissima - si è circondato di yes man. Di persone che non lo contraddicono mai".
Iannò contrattacca: "Uscita? Mossa studiata a tavolino"
Una ricostruzione rigettata al mittente dallo stesso Iannò, coordinatore cittadino di Torino Bellissima: "Dal punto di vista umano sono dispiaciuto, ma la politica è fatta di numeri: loro sono usciti e rappresentano un tot di voti, pochi. Non hanno destabilizzato Torino Bellissima". Iannò nutre poi dei dubbi personali sulle modalità con cui i dissidenti hanno lasciato il gruppo: "Avevano tutto pronto: il comunicato stampa, in primis. In riunione non hanno proferito parola e sono andati via". Pare facendo il gesto "Ciao ciao" con la mano, sotto la finestra, lasciando sbigottiti i presenti. "Mi spiace, potevano crescere all'interno di Torino Bellissima. Non li abbiamo accompagnati? Non è vero, ad alcuni di loro abbiamo corretto atti e mozioni", conclude il coordinatore cittadino, ribadendo la diversità del progetto di Paolo Damilano rispetto alle solite dinamiche di partito.
Varaldo e Delmirani: una nomina fa saltare gli equilibri della lista civica
La diaspora dei consiglieri di Circoscrizione, che in realtà sono 11 e non 9 a causa della precedente uscita dal gruppo di due persone, ha però un'origine più lontana, risalente a febbraio. Damilano, annunciando la struttura organizzativa di Torino Bellissima, decide di nominare coordinatore metropolitano Enrico Delmirani (poi eletto in Città Metropolitana). Un profilo fidato, proveniente da Valmora. Una scelta che scontenta e non poco Tommaso Varaldo e le sue ambizioni: il consigliere comunale di Chieri, infatti, aveva "portato" diverse persone ad abbracciare la causa Damilano. Una forza (ma anche una corrente) che aveva trovato una rappresentanza nelle Circoscrizioni. Da qui la frattura, mediata senza successo da Davide Ricca, che negli ultimi messi ha provato invano a tenere insieme i pezzi di una lista animata da conflitti interni e correnti.
Il rebus futuro, tra politiche e regionali
Una situazione contorta, con un grande punto di domanda sul futuro. Sì, perché secondo i rumors che attraversano Torino Bellissima, le ambizioni nemmeno tanto nascoste di Varaldo sarebbero quelle di appoggiare alle regionali una lista civica per un possibile Cirio bis. Damilano difficilmente si sarebbe prestato a questo ruolo da "gregario", preferendo far valere il proprio peso specifico emerso dalla recenti elezioni comunali. In mezzo, prima di arrivare al 2024, le elezioni politiche del 2023, spartiacque delle ambizioni dell'imprenditore delle acque e del vino, sceso in politica e attaccato dai suoi ragazzi, quei dissidenti "sedotti e trascurati" delle Circoscrizioni a cui Damilano sembra non guardare più.