Il Tavolo dell'auto sembra portare a nuovi incentivi per l'acquisto di automobili. A dirlo, alla presenza dei sindacati e delle parti sociali, il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. "Quelli che abbiamo messo in campo nel 2022 sono stati un successo e i veicoli più venduti nei rispettivi segmenti sono stati 500, Renegade e Compass. Valutiamo la possibilità di rimodulade questi incentivi". Sul fronte investimenti, però, il dicastero attende anche una risposta da parte della filiera. Si parla di risorse per 9 miliardi, di cui 7 sono ancora da definire.
"C'e una proposta da discutere a questo tavolo per accompagnare la filiera - ha detto Giorgetti -. Ma bisogna essere certi che ciò che proponiamo susciti una risposta alla filiera su quello che sta succedendo in termini di innovazione. Queste risorse dobbiamo impiegarle nel modo più efficace possibile. Vorremmo fare un dpcm nel più breve tempo possibile. Il quadro europeo è in continua evoluzione però ovviamente ha già imposto delle limitazioni".
Stop al 2035: ci sono Paesi "consapevoli"
Inevitabile che il ragionamento si concentri soprattutto sul futuro dei motori endotermici. "Il Governo italiano ha portato delle posizioni al Parlamento europeo e alcune sono state recepite. Si tornerà a discutere in sede di consiglio europeo. Si sta formando un pacchetto di Paesi che sostengono un passaggio più consapevole e responsabile rispetto alla situazione generale (tenendo conto degli impatti della guerra)", ha detto ancora il ministro. "È una situazione generale di evoluzione. Non dobbiamo adagiarci. Dobbiamo fare e occorre prepararsi".
Pichetto: "Accompagnare la transizione"
All'incontro è presente anche il viceministro del Mise, Gilberto Pichetto: "Questo è un tavolo permanente importante che esamina vari aspetti. C'è un segnale forte da parte del governo di accompagnare e gestire la transizione e conversione produttiva. Serve una politica industriale che abbia neutralità tecnologica e sostenibilità ambientale".
Il commento dei sindacati
"Dalla presentazione del piano UE “Fit for 55”, le grandi case stanno facendo a gara a chi produce più veicoli elettrici. Da questo ambizioso progetto, vi è un grande mondo che rischia di rimanere fuori e rischiano di rimanere fuori anche i consumatori. Occorrono non politiche allarmistiche, ma politiche industriali – dichiara il vicesegretario generale Confsal e segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo – Crediamo che occorra una mappatura realistica degli impatti su tutto il settore automotive, compresi meccanici e distributori, e che vi sia l’esigenza di creare iniziative di riconversione industriale, anche gestendo le risorse provenienti dal Pnrr e dai fondi europei, superando la rigidità del divieto agli aiuti di stato imposto dall’Europa. Serve necessariamente attivare subito subito il programma GOL, partendo dall'indotto automobilistico e da quegli stabilimenti caratterizzati da chiara obsolescenza”.
“Non possiamo attendere oltre, devono nascere incentivi strutturali inversamente proporzionali al reddito e collegati direttamente alla rottamazione, altrimenti il rischio è che i consumatori tengano il vecchio veicolo e continuino a circolare emettendo di conseguenza, passando gli anni, maggiori emissioni”, ha concluso Di Maulo.
"Per noi - dichiarano i segretari nazionali di Fim e Cisl Ferdinando Uliano e Giorgio Graziani - la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con quella sociale e industriale. Bene la volontà illustrata dal governo di dotarsi di uno strumento legislativo per semplificare le procedure e consentire una facilità nell’utilizzo dei fondi stanziati, ma come Fim e Cisl riteniamo che i 7 mld di risorse non possono essere disponibili dal 2025. È necessario partire da subito, i grandi gruppi stanno determinando già da oggi le scelte per il futuro. Del resto lo stop ai motori endotermici al 2035, l’orientamento di molte case automobilistiche allo stop nel 2030 e alcune tendenze rispetto al 2027 legate al motore euro 7, evidenziano l’urgenza della tempistica".
"E' indispensabile definire una cabina di regia tecnica, intervenire su grandi produttori, a partire da Stellantis, per avere la garanzie che le produzioni della componentistica delle auto del futuro salvaguardino le realtà italiane, definire strumenti adeguati di governo della transizione di tutela per i lavoratori coinvolti, sia sul fronte degli ammortizzatori, che quello della formazione professionale. Alcuni primi interventi sono stati fatti ma devono essere rafforzati ulteriormente per evitare licenziamenti. Condividiamo la proposta di avere a disposizione il Fondo Sure per finanziare gli ammortizzatori sociali per la transizione", hanno concluso Uliano e Graziani. "Dobbiamo evitare che i ritardi sui fondi per la reindustrializzazione determinino solo saldi negativi sull’occupazione”.