Nel 2021 oltre il 99% dei contratti attivati in Piemonte era precario: quelli a tempo indeterminato sono stati appena 262 su 38.570. Numeri peggiori rispetto al nazionale, dove stabilizzazioni sono il 18% con l'apprendistato. Un quadro fortemente negativo tratteggiato durante la prima giornata del XII Congresso della UIL Torino e Piemonte, in programma all'Auditorium del Santo Volto di Torino, e dedicato al tema "Lotta alle disuguaglianze e alla povertà".
Spagna come modello
La soluzione all'incertezza lavorativa? "Un patto tra Governo e parti sociali - ha spiegato il Segretario Generale Gianni Cortese - per la riduzione del precariato sul modello di quanto fatto in Spagna il 22 dicembre scorso. L'intesa siglata sta avendo effetti molto positivi e le nuove assunzioni a tempo indeterminato, che a dicembre 2021 rappresentavano appena il 10%, oggi si avvicinano al 50%."
Salute e sicurezza sul lavoro
La precarietà si associa spesso agli infortuni sul lavoro, infatti 3 incidenti su 4 riguardano proprio lavoratrici e lavoratori con forme contrattuali deboli. Lo scorso anno, gli infortuni mortali in Italia sono stati 1.221, 111 dei quali in Piemonte.
Crisi aziendali e necessità di politiche industriali
Tra i problemi cronici le crisi aziendali: i tavoli aperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico superano i 70 e coinvolgono 80.000 lavoratori, di cui quasi 4 mila in Piemonte. "L’Italia, da troppi anni, - ha sottolineato Cortese - ha smesso di sviluppare politiche efficaci nei settori strategici, diventando sovente territorio propizio per le scorrerie di multinazionali lasciate libere di incamerare finanziamenti pubblici, assorbire know-how e marchi, senza vincoli e garanzie per l’occupazione".
L’inverno demografico
L’età media degli abitanti del Piemonte è sempre più alta, soprattutto per il basso indice di natalità che non garantisce più il ricambio generazionale. Secondo Ires nel 2012 i nuovi nati sul nostro territorio erano 37 mila, mentre oggi appena 27mila.
L’occupazione
L’occupazione generale in Piemonte è del 73%, ma quella femminile non supera il 59%. E la nostra regione è maglia nera del nord Italia per la disoccupazione giovanile (15-24 anni), che supera il 23%: a Torino è addirittura al 29,8%. In aggiunta, il numero dei cosiddetti inattivi è di 272.000, 30.000 in più del 2019. Un fenomeno preoccupante è la costante crescita del part-time involontario, soprattutto femminile, che nel 2008 era il 14% del totale, mentre oggi raggiunge il 19%.