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Politica | 23 settembre 2022, 17:24

Positivi al Covid-19? La ‘burocrazia a ostacoli’ per votare a domicilio

Un’esperienza tra attese telefoniche e documenti da stampare

(Foto di repertorio)

(Foto di repertorio)

Il voto è un diritto anche per le persone positive al Covid-19, ma ottenere un seggio a domicilio per farlo può diventare un lungo percorso ad ostacoli.

Sabato 17 io e il mio compagno abbiamo saputo di essere positivi così lunedì mattina mi sono attivata per richiedere il voto a domicilio, ed il primo passaggio è stato contattare telefonicamente l’anagrafe del mio Comune, Perosa Argentina.

L’impiegata mi ha detto che mi avrebbe richiamata nel pomeriggio per darmi le indicazioni e così scopro che non basta il referto del tampone a certificare la positività al Covid, ma occorre farsi rilasciare un certificato specifico da un ente dell’Asl To3; certificato che andrà poi allegato via e-mail al Comune, assieme alla richiesta di intenzione di votare al proprio domicilio, copia della carta d’identità e dati relativi alla tessera elettorale.

Da qui parte una serie di telefonate, ma non riesco a parlare con il Sisp, che segue l’emergenza Covid, sino al giorno dopo: un operatore, dopo un’attesa di svariati minuti, mi dice che avrei dovuto rivolgermi al Comune. Dopo aver ripetuto la trafila che ho fatto, mi dirotta sulla Croce rossa.

Io insisto, sottolineando come stiano privando me e il mio compagno di un nostro diritto, quindi mi chiede i dati e mi dice che mi invierà via e-mail l’attestato necessario a procedere con il Comune di residenza per la richiesta del voto a domicilio.

Passano le ore, arriva il mercoledì, e via e-mail non è arrivato assolutamente nulla. Chiamo quindi nuovamente il Sisp, fra infinite attese e impiegati che mi assicurano che manderanno tutto via e-mail. Ma quando? Visto che dal Comune mi sollecitano a fare in fretta, perché i tempi burocratici stringono.

Dopo varie insistenze, due e-mail di sollecito inviate a due diversi indirizzi del Sisp e qualche battibecco telefonico, alle 11,34 del mercoledì mattina ottengo finalmente il tanto agognato certificato che attesta la positività, sia per me che per il mio compagno.

Quindi contatto telefonicamente il Comune, ed invio una e-mail nella quale esprimo la richiesta di votare al nostro domicilio, scrivo i dati delle nostre rispettive tessere elettorali e allego foto delle suddette e delle nostre carte d’identità.

Pensavo fosse fatta, ma mi sbagliavo: dal Comune mi inviano un modulo che entrambi dobbiamo stampare, compilare, firmare e restituire, assieme alle foto dei documenti.

Stampare. Ma non abbiamo la stampante, e ovviamente, essendo positivi al Covid, non possiamo andare in un negozio per usufruire del servizio.

Quindi, come si fa? Fortunatamente ho un notebook convertibile touch screen con tanto di pennino, quindi convertendo il documento in pdf e scaricando la giusta applicazione, riusciamo a fare anche questo.

Ci siamo chiesti come avrebbero potuto fare persone che non sono pratiche con la tecnologia e senza una stampante in casa…

Nel frattempo io mi sono negativizzata, ma il mio compagno no, quindi ieri mattina ho segnalato la questione in Comune. Verso sera la risposta definitiva: io potrò andare a votare al seggio, mentre il mio compagno potrà farlo a domicilio e il voto verrà ritirato domenica mattina.

Tatiana Micaela Truffa

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