Taglio del nastro per il nuovo reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale Martini. Un altro passo avanti dopo le recenti novità legate ad altre strutture sanitarie torinesi come il Sant'Anna o il Regina Margherita.
Ma soprattutto una lezione imparata dopo la crisi pandemica: saranno 13 posti di terapia intensiva all'avanguardia, con innovazioni tecnologiche (come la possibilità di effettuare cure a pressione negativa, in caso di necessità di isolamento pandemico) che si abbinano all'umanizzazione, a cominciare dai colori e dalla filodiffusione.
Un ospedale simbolo durante il Covid
"Sono tre anni che lottiamo con la pandemia, ma questo ospedale non è mai stato fermo. Addirittura nella chiesa era stata allestita un'area di supporto al pronto soccorso prima si trasformare l'intera struttura in ospedale Covid - commenta il direttore generale ASL Città di Torino, Carlo Picco - e oggi si rafforza il servizio offerto a un territorio vasto e che, grazie all'ospedale, ha contribuito a cementare un'area prima in difficoltà".
"Ripariamo agli errori del passato"
"Siamo in un momento complesso, tra pandemia e caro energia, ma c'è anche tanta buona sanità che non va offuscata dagli episodi negativi. È irrispettoso dell'impegno delle persone, anche se è evidente che i problemi ci sono - aggiunge il governatore del Piemonte, Alberto Cirio - È responsabilità della politica riparare agli errori del passato, lavorando giorno per giorno, migliorando pezzo per pezzo".
"Mi scuso con chi lavora nel pubblico"
"Lavoriamo per fare in modo che l'autonomia della sanità regionale non sia anarchia - prosegue Cirio - Mi scuso se la Regione non è stata abbastanza attenta a valorizzare la professionalità, mortificando un impegno che va oltre l'aspetto economico. Ci sono errori che non vogliamo più fare, anche perché stavolta abbiamo le risorse. Ed è una novità".