Quattro mesi di confronto e oggi la firma. C'è l'accordo sul rinnovo del contratto nazionale Stellantis (e universo di riferimento): a sottoscriverlo i sindacati di categoria tranne Fiom Cgil, quindi Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e AQCFR. In Piemonte sono 20mila i lavoratori coinvolti, buona parte dei quali a Torino.
Il nuovo contratto avrà durata di 4 anni per quanto riguarda la parte normativa e due anni per la parte economica: parte economica che prevede in particolare, nei primi due anni di applicazione un intervento economico aziendale complessivo superiore all’11% (6,5 il primo e 4,5 il secondo), a cui si aggiungerà un aumento dell’istituto “indennità funzioni direttive” per i Professional, l’erogazione di 400 euro “una tantum” in due tranches ad aprile e luglio e, per il 2023, di 200 euro in beni e servizi welfare che saranno disponibili per tutti i dipendenti attraverso la piattaforma dedicata.
“Entrambe le parti – ha sottolineato Giuseppe Manca, responsabile HR per Stellantis Italia - hanno dimostrato un uguale impegno per raggiungere l’intesa nello spirito delle relazioni sindacali basate sulla partecipazione che hanno già contraddistinto i tre precedenti quadrienni di applicazione del CCSL. Con il contesto nazionale e internazionale che stiamo vivendo, ricco di difficoltà e di sfide, abbiamo trovato insieme le soluzioni che potranno proteggere in modo adeguato gli interessi dei lavoratori e dell’Azienda sul fronte della competitività delle realtà italiane”.
Tra gli altri aspetti più rilevanti, da sottolineare la creazione di un Osservatorio Nazionale delle Politiche Industriali e Organizzative per monitorare la trasformazione aziendale dovuta alla transizione ecologica, il perfezionamento del sistema di partecipazione basato sulle Commissioni, il miglioramento delle norme contrattuali sul lavoro agile con l’introduzione di un rimborso forfettario per l’acquisto da parte dei dipendenti di attrezzature necessarie al suo svolgimento da remoto in linea con il modello di organizzazione del lavoro degli uffici (NEA, New Era of Agility) applicato in tutto il Gruppo nel mondo.
Tutelati i salari dalla corsa dell'inflazione
Soddisfatti i rappresentanti dei lavoratori presenti nelle sale dell'Unione Industriali. "È un risultato particolarmente positivo e unico che farà sicuramente da apripista per altri rinnovi contrattuali nazionali - dicono il segretario generale di Fim Cisl, Roberto Benaglia e il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano -. Il nostro impegno era recuperare a livello salariale l'inflazione del 2022. Un risultato storico, ottenuto con tempi europei. Ma ora serve che il Governo faccia la sua parte. La sfida è investire nei prossimj tre anni, nel contesto della transizione ecologica e del capitale umano". E Davide Provenzano, segretario torinese dei metalmeccanici Cisl, sottolinea. "Il rinnovo è la migliore risposta ai dipendenti del gruppo Stellantis-Cnhi-Ferrari. Il lavoro al tavolo ha prodotto una redistribuzione in favore dei lavoratori dei margini economici che l’azienda sta generando proprio grazie alle persone che quotidianamente si impegnano in azienda". "Rimangono temi importanti nelle officine quali i carichi di lavoro e la nuova organizzazione produttiva. Ma oggi l’emergenza era data dalla risposta che tutti insieme riuscivamo a dare a sul piano economico. La risposta nata dalla contrattazione è stata importante”.
"A soli due mesi dalla scadenza siamo riusciti a rinnovare con CNHI, Ferrari, Iveco e Stellantis il Contratto collettivo specifico di Lavoro, garantendo una tempestiva tutela salariale ai lavoratori e la doverosa continuità ad un sistema di relazioni industriali che è nato nel 2010 come contratto Fiat e che in questi anni ha protetto i lavoratori dell’industria dell’auto anche nei momenti più difficili - concordano Rocco Palombella, segretario generale Uilm e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm -. L’accordo raggiunge gli scopi che ci eravamo prefissati sin dalla presentazione della nostra piattaforma rivendicativa nella salvaguardia del potere di acquisto e apporta alcuni miglioranti anche nella parte normativa. Abbiamo cercato di dare risposte alle difficoltà che si stavano creando nelle fabbriche".
"Abbiamo convinto le aziende dell’importanza di investire sulle lavoratrici e sui lavoratori italiani. Si tratta di un fatto meritevole e non scontato, considerato il periodo delicato che sta attraversando il settore automotive in Europa", aggiunge il segretario generale della Uilm di Torino, Luigi Paone.
"Era il primo rinnovo importante in periodo di alta inflazione e il potere d’acquisto dei lavoratori è stato tutelato - dichiara Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal -. Il premio di risultato sarà tassato al 5% e non a tassazione corrente. Per i recuperi produttivi svolti il sabato e la domenica, è stata aumentata l’indennità già presente. Ci aspetta un periodo importante con molte sfide: ecco perché è importante allargare la partecipazione in fabbrica. Ci avviamo alla maggiore età dell'accordo, nonostante gli uccelli del malaugurio. Ma ora il governo faccia cose serie, per il lavoro".
"È un rinnovo importante, dopo una trattativa lunga - dice il segretario nazionale di Uglm, Antonio Spera - ma nel contratto si rafforza la partecipazione dei lavoratori. Riteniamo importante la parte normativa, ma anche quella economica. Ora gli incontri del futuro dovranno riguardare il rilancio dei singoli stabilimenti: il Governo deve fare la propria parte per garantire investimenti e occupazione".
"Un rinnovo importantissimo anche per quel che queste aziende rappresentano per l'Italia - dice per l'Associazione quadri Giovanni Serra -. Abbiamo dato una risposta anche alla nostra categoria che da 25 anni non avevano risposte e adeguamenti salariali. E nel futuro ci sono presupposti per nuovi adeguamenti e non era scontato". Restano sul tavolo alcuni punti come fondi pensione e sanitari, "ma avendo durata due anni, il contratto ci darà modo di tornare a trattare".
Fiom si smarca: "Non si parla di qualità e ritmi di lavoro, né di prospettiva"
Posizione diversa per Fiom Cgil, che ormai da tempo non partecipa alle consultazioni, non avendo mai sottoscritto il risultato del referendum all'epoca del contratto voluto da Marchionne. "E' stato ottenuto il minimo sindacale. Sotto queste cifre era davvero difficile chiudere un accordo, alla luce dell’inflazione schizzata alle stelle, dei riconoscimenti economici elargiti ai lavoratori francesi e ai profitti record ottenuti dal Gruppo. Tra l’altro aumenti in linea con le richieste effettuate dalla Fiom-Cgil - dicono Edi Lazzi segretario generale della FIOM-CGIL di Torino e Gianni Mannori responsabile FIOM Mirafiori -. Quello che continua a non esserci in questo rinnovo, che la Fiom ha chiesto e continuerà a farlo con forza, sono il miglioramento delle condizioni di lavoro, dei ritmi produttivi e dell’orario di lavoro. Ma soprattutto mancano le prospettive degli stabilimenti italiani a partire da Mirafiori che al momento non ha nuove missioni produttive, dove continua inesorabilmente la cassa integrazione e la perdita di occupazione che ammonta ad oltre 3.000 lavoratrici e lavoratori dall’insediamento di Stellantis. Un’altra occasione persa per un radicale cambiamento e per il rilancio degli stabilimenti italiani".