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Economia e lavoro | 15 aprile 2023, 13:05

Mirafiori, 30 minuti al giorno per accelerare sulla 500 Bev: Fiom dichiara lo sciopero per lunedì 17

I rappresentanti dei metalmeccanici Cgil: "Ci viene chiesto di recuperare mezzora riducendo o annullando la mensa, posta già a fine turno".

Operai fuori dai cancelli della porta 2 di Mirafiori

La Fiom proclama la protesta in occasione di lunedì 17 aprile e di venerdì 21

Mezzora al giorno da recuperare, magari riducendo - a rischio di annullarla - la pausa pranzo degli operai. Sarebbe questa la nuova organizzazione richiesta a Mirafiori, sulla linea della 500 bev. A denunciarla sono i rappresentanti della Fiom Cgil, che in segno di protesta hanno proclamato la sciopero per lunedì 17 e per venerdì 21 aprile. Proprio della mezzora "contestata".

La "spinta" della 500 elettrica

Non stupisce, anche alla luce degli ultimi numeri sulla produzione, che ci sia bisogno di forza lavoro per assolvere ai volumi della 500 elettrica che a Mirafiori ha la sua "culla" italiana. E' lei a spingere verso l'altro (praticamente da sola, visto che i numeri di Maserati latitano) il contributo di Mirafiori tra gli stabilimenti Stellantis in Italia.

Ma se questo comporta uno sforzo maggiore, Fiom chiede un'organizzazione appropriata. "Da lunedì sarà chiesto ai lavoratori della 500 Bev di recuperare 30 minuti al giorno vedendosi ridurre o annullare la mensa, che è già a fine turno", si legge nel volantino che promette battaglia.

"Pessime condizioni e poco personale"

"E' più di un anno che denunciamo le pessime condizioni in cui sono posti i lavoratori - si legge ancora nel documento diffuso dai sindacalisti - dovuti anche alla continua salita produttiva in aggiunta alla mancanza di personale he nel frattempo è uscito con gli incentivi e non è stato rimpiazzato". E quando è stato rimpiazzato, questo ha comportato "l'arrivo in prestito di 17 lavoratori dall'estero, di cui 4 rispediti a casa due giorni dopo perchè tre si sono accorti che non potevano lavorare in Italia e uno non ci voleva più stare". 

Massimiliano Sciullo

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