Il mondo del lavoro è fatto di numerose regole, tutte pensate per poter tutelare ambe le parti: sia quella dei dipendenti che quella delle aziende. Per garantire la sicurezza e la salute del personale interviene la medicina del lavoro, una branca specializzata che ha lo scopo di prevenire patologie ma anche diagnosticare e trattare problematiche insorte a causa dell’ambiente professionale.
La medicina del lavoro si rivolge a professionisti esposti a rischi come ad esempio quelli di agenti chimici, rumore e vibrazioni, virus e agenti biologici ma anche fattori di rischio psicosociali e ha come obiettivo mantenere la salute delle persone che lavorano, provare a migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e allo stesso tempo di ridurre l’insorgere di problematiche e patologie. Per avere maggiori informazioni sul tema abbiamo fatto alcune domande al Dottor Schiavo, specialista competente in medicina e sicurezza del lavoro che ci ha svelato quando è obbligatoria, chi dovrebbe gestire queste pratiche e cosa dice la legge in materia.
La medicina del lavoro è obbligatoria per le aziende?
Ad occuparsi della materia è il Decreto Legislativo 81/08 che stabilisce che ogni datore di lavoro, dopo aver valutato nel DVR i rischi, dovrebbe nominare un medico competente per occuparsi di medicina del lavoro e quindi tutelare l’azienda e tutti i professionisti che ci lavorano. Chiaramente non per tutti i lavori ci sono regole standard: ad esempio, chi utilizza il PC o svolge un lavoro di meno di 20 ore a settimana è stato stabilito che può correre rischi di abbassamento della vista o posture incongrue, quindi viene richiesta una visita ogni 5 anni che può essere abbassata ogni due per maggiori di 60 anni o soggetti con prescrizioni.
Carrellisti, Autisti di patente C, magazzinieri, fabbri, muratori e altre categorie sono solitamente soggetti ad una visita annuale e spesso anche ad esami aggiuntivi. Le visite mediche dei lavoratori però non sono sempre obbligatorie: ad esempio non possono essere in fase di preassunzione o per certificare un eventuale stato di gravidanza.
Quali sono le differenze tra medico del lavoro e medico di base?
Molte persone si stanno chiedendo perché queste diagnosi non possano essere effettuate dal medico di famiglia; la verità è che il medico del lavoro non ha come obbligo solamente quello di stabilire le condizioni di salute del paziente ma fa in modo che si possano limitare problematiche e malattie grazie alla prevenzione; è infatti un medico specializzato anche nel comprendere e prevenire i rischi, offrendo soluzioni che possano tutelare e proteggere il più possibile il personale coinvolto.
Un’altra curiosità in merito è che ogni azienda può avere un solo medico competente di riferimento, talvolta può avere assistenti e colleghi ma la nomina è legata ad un solo professionista che ha la responsabilità di dirigere le visite e tutte le operazioni.
Come l’azienda può scegliere un medico competente?
Conosciuto con il nome di medico del lavoro o medico competente, il professionista può essere scelto autonomamente da parte dell’azienda che può individuare un libero professionista o un dipendente di una struttura sanitaria, purché abbia una specializzazione relativa alla medicina del lavoro, all’igiene e medicina preventiva oppure in ambito medicina legale ma soprattutto è necessario sia iscritto all’interno dell’elenco dei medici competenti.