Garantire il diritto di voto alle elezioni comunali, regionali, nazionali ed europee ai fuori sede per motivi di studio, lavoro e di cura. È quanto chiede un ordine del giorno a prima firma della consigliera del Pd Ludovica Cioria, che commenta: "presentiamo l'atto oggi, mentre si stanno chiudendo le urne delle elezioni amministrative, che sono le più penalizzate dall'astensionismo". "Oggi - ha aggiunto l'esponente dem - noi consentiamo di votare a chi si trova all'estero, ma non ai fuorisede: è un tema di partecipazione politica giovanile, ma non solo. Chi lavora fuori dal Comune di residenza lascia lì la propria famiglia". "Noi vogliamo dare la possibilità di voto anche a chi è fuori dalla propria residenza per ragioni di cura: penso ai genitori che accompagnano un figlio in ospedale, oppure chi segue una persona ricoverata" ha concluso Cioria.
I commenti
La capogruppo del Pd Nadia Conticelli, sottolineando come questo sia uno dei casi dove "il mondo reale è già più avanti", ha ricordato come al Parlamento ci siano già due proposte di legge. Firmatario del Pdl alla Camera il deputato dem Andrea Giorgis. "È importante se in tutti i territori, - ha spiegato - con atti come questo di Torino, si crei un movimento che sostenga l'urgenza di introdurre disposizioni per dare la possibilità di voto a chi si trova fuori sede, con la modalità del voto presidiato anticipato, già sperimentato in altri Paesi". "Questa proposta - ha osservato il capogruppo di Per Torino Silvio Viale - tasta il polso dell'opposizione: riguarda tutti i partiti, non solo una parte politica". "Lo Stato - ha osservato il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo - agevoli la partecipazione democratica e non chieda al singolo cittadini di barcamenarsi per esercitare un diritto".