Scontare la pena svolgendo lavori di pubblica utilità: è la richiesta presentata alla Corte di Appello di Torino da una mezza dozzina di No Tav condannati in via definitiva al termine del maxi processo per gli scontri in valle di Susa dell'estate del 2011. La proposta, che ha già ottenuto il parere favorevole della procura generale, è stata discussa questa mattina.
La possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità in strutture convenzionate con gli uffici giudiziari è prevista, in base alla Riforma Cartabia, per chi deve scontare condanne non superiori ai tre anni di reclusione.
Fra i condannati figura il toscano Antonio Ginetti, 71 anni, indicato dalle forze dell'ordine come ex appartenente a Prima Linea (ma nel corso del maxi-processo ai No Tav, all'udienza del 29 giugno 2014, sottolineò che nel 1990 fu assolto a Firenze), che ha chiesto di lavorare a Pistoia in una cooperativa che si occupa di cura del verde pubblico e di sicurezza dei parchi.
Un altro dei No Tav ha proposto di prestare servizio a Torino nel centro studi Sereno Regis, spazio culturale che opera nel settore della peace research, della peace education e della nonviolenza. La Corte d'appello deciderà nei prossimi giorni.