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Attualità | 26 maggio 2023, 13:28

Università di Torino: più soldi ai dipartimenti che assumono donne, Geuna: "Puntiamo al 40% in rosa tra i docenti di 1° fascia"

A scienze chirurgiche e informatica la presenza femminile in posizione organizzativa è sotto al 20%

Università di Torino: più soldi ai dipartimenti che assumono donne, Geuna: "Puntiamo al 40% in rosa tra i docenti di 1° fascia"

Più soldi ai dipartimenti dell'Università di Torino che assumono donne come professori ordinari, con l'obiettivo di arrivare al 40% di presenza femminile e contrastare così discriminazioni basate sul sesso. Il Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo ha approvato ieri all'unanimità una misura per ridurre la disparità di genere tra i docenti di prima fascia. Al marzo 2023 le donne in quest'ultima categoria erano pari al 33.8%. Il provvedimento adottato da UniTo mira a fare salire questa percentuale di oltre sei punti.

 

Geuna: "Stimolare un cambiamento" 

Nel dettaglio l'Università riconoscerà a fine anno una premialità ai dipartimenti che assumono donne nella posizione ordinaria di prima fascia, riducendo così i costi per questi di un terzo. "Al progredire della carriera - ha spiegato il rettore Stefano Geuna - le percentuali di uomini e donne cambiano". "A livello di ingresso - ha spiegato - c'è una prevalenza di genere femminile: quando si arriva agli associati si rimane in equilibrio, mentre tra i professori ordinari il 70% sono uomini". Una percentuale, come ha ammesso Geuna, che è ferma da alcuni anni.  "Si doveva fare qualcosa per dare una sferzata: per invertire la tendenza abbiamo deciso di premiare in termine economici i dipartimenti. È una leva pragmatica: non avremo voluto utilizzarla, ma speriamo di stimolare un cambiamento" ha concluso il rettore. 

 

I numeri 

E a chiarire che c'è bisogno di un'inversione di tendenza sono i numeri presentati da Mia Caielli, presidente del comitato unico di garanzia dell'ateneo. "Alcuni dipartimenti delle cosiddette "scienze dure" - ha detto - hanno una disparità evidente con percentuale di donne al di sotto del 20%: a scienze chirurgiche sono l'11%, mentre informatica il 18%". Ci sono poi realtà più virtuose, anzi dove le cifre si invertono, come lingua e letteratura straniera e farmaceutica che hanno rispettivamente il 63% e l'80% di presenza femminile. 

"Non ci sono - ha chiarito Paola Cassoni,  delegata alle Politiche di genere -  discriminazioni giuridiche, ma ci sono tantissimi ostacoli come la conciliazione tra vita professionale e privata, la maternità,..". "L'università - ha concluso - deve essere anche un modello. In questo caso l'Ateneo si impegna ad investire delle risorse economiche per ridurre la disparità di genere". 

Cinzia Gatti

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