Con l’ultimo stralcio da diciotto milioni di euro il Piemonte è pronto a chiudere per sempre la pagina di Torino 2006. Il tesoretto sul post olimpico stanziato nel 2012 - e corrispettivo a 75 milioni - arriva ora nella sua parte finale e interesserà Pragelato e Cesana.
Si tratta dei fondi necessari per smantellare la pista da bob di Cesana Pariol (circa nove milioni) e per recuperare l’area di Pragelato dove è presente il trampolino per le specialità di salto (3 milioni e 695mila a cui si aggiungeranno 2 milioni di fondi di Coesione e Sviluppo dalla Regione). E ancora: un milione e 800 mila per Torino Esposizioni e altri interventi minori sui comprensori olimpici (oltre che di Cesana e Pragelato) anche di Oulx.
Abodi: “Si chude una parentesi di 19 anni"
A raccontarne il futuro, almeno per quanto riguarda gli stanziamenti destinati a queste strutture - vere e proprie cattedrali nel deserto, divenute simbolo dell'eredità ambientale lasciata dai grandi eventi - il commissario liquidatore Vincenzo Coccolo. Nella sede Arpa di via Pio XII ha raccontato il percorso di quel "fondo di risparmio", dato dalla legge 65 del 2012, che ora, a quasi vent'anni da quell'esperienza olimpica, va verso la conclusione.
Presente per l'occasione il ministro allo Sport Andrea Abodi insieme all’assessore alla Montagna della Regione Piemonte Marco Gallo, l’assessore allo Sport della Città di Torno Domenico Carretta, il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e il rappresentanti dei comuni olimpici della Via Lattea Mauro Meneguzzi.
"Si chiude una parentesi durata 19 anni - ha commentato il ministro - è la ricucitura di una ferita ambientale. Olimpiadi e Paralimpiadi non si chiudono quando si spegne il braciere, ma quando si consolidano definitivamente le eredità di un evento come questo”.
Dallo skidome allo skiroll
L’idea è quella di farle diventare un “emblema rispetto all’abbandono”. Per quanto riguarda la pista di Cesana si guarda a un progetto per realizzare il primo skidome sulle “ceneri” del bob, mentre per Pragelato si pensa a un intervento per realizzare piste da ski roll, sul parterre del trampolino, per ampliare la stagionalità delle discipline legate al fondo e al biathlon. Come confermato da Coccolo la speranza è quella di consegnare i cantieri di intervento per il rilancio delle aree del bob e del trampolino entro la metà del prossimo anno.
Timori per il pattinaggio del 2030?
Ma la presenza di Abodi lascia spazio anche ad altre domande “torinocentriche”, riguardante in primis i grandi eventi. La prima è riferita ai “rumors” che vedono un possibile ripensamento del comitato per le Olimpiadi 2030 in Francia, le cui gare di pattinaggio di velocità potrebbero fuggire verso l’Olanda, anziché tenersi a Torino. La promessa francese di disputare le gare su suolo piemontese è, per ora, legata, stando a quando detto dal ministro, da una “stretta di mano”.
“Per Milano-Cortina abbiamo difeso l’italianità dei luoghi dove disputare le gare - ha commentato Abodi - non vorrei essere nei panni dei colleghi francesi, auspichiamo che Torino possa mettere a disposizione i propri spazi e che possa essere apprezzata questa opportunità. Faremo di tutto, in termini diplomatici, affinché possa essere valutata questa ipotesi. La scelta finale sta a loro”.
Atp: “Tre anni sono tanti, poi si vedrà”
E la domanda, inevitabile, è sul futuro delle Atp Finals a Torino. “Ci saranno ancora tre edizioni esaltanti (oltre alla già confermata dal primo accordo del 2025, si aggiungeranno quelle del 2026 e 2027 ndr) - ha aggiunto Abodi - possiamo celebrare la competitività dei nostri tennisti. Tre anni sono tanti. Abbiamo ancora tante cose da fare per far irrobustire le radici di questa capacità organizzativa che Torino ha dimostrato di saper riproporre. Organizziamo questi tre anni e poi si vedrà”.