Sciopero degli straordinari a partire da oggi alla Mattioli Spa, azienda torinese specializzata nella produzione di gioielli, per chiedere il rinnovo del contratto integrativo e migliori condizioni di lavoro. È la protesta indetta dalla Uilm di Torino dopo l’ultimo incontro all’Unione Industriale (dove Licia Mattioli è stata a lungo presidente, in un passato recente) che si è concluso con un mancato accordo.
La Uilm rivendica un contratto integrativo che sia in grado di sostenere i salari in questa fase di pesante inflazione e sottolinea che l’azienda, grazie all’impegno dei lavoratori, sta producendo utili da diversi anni. Nello stabilimento torinese di Mattioli Spa sono impiegati oltre 300 addetti.
“Non è accettabile che in una realtà come la Mattioli, considerata un’eccellenza internazionale nel settore dei gioielli, vi sia una così scarsa attenzione nei confronti dei lavoratori, che in questi anni hanno dimostrato grande senso di responsabilità e hanno sempre raggiunto gli obiettivi fissati dall’azienda - dice Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino -. È anche poco confortante che tale impostazione, ormai anacronistica sia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, sia per l’erogazione del premio di risultato, venga applicata in un’azienda la cui presidente ha ricoperto importanti ruoli in ambito confindustriale e rappresenta l’industria torinese anche a livello internazionale. Dispiace constatare che, alla Mattioli di Torino, non è tutto oro quel che luccica”.
Lo sciopero degli straordinari, deciso dai lavoratori durante le assemblee che hanno seguito l’ultimo incontro con l’azienda, proseguirà fino al prossimo tavolo, per il quale non è ancora stata fissata una data. A fronte di una ulteriore chiusura da parte aziendale la Uilm, insieme ai lavoratori, valuterà ulteriori forme di mobilitazione.
"La società è sorpresa dalle modalità del confronto e contesta con forza quanto affermato dal sindacato in riferimento all’attenzione verso i lavoratori - fanno sapere dall'azienda -, la Mattioli è da sempre attenta ai propri dipendenti, ai diritti di tutti ed è aperta ad un dialogo leale e produttivo nel rispetto dei reciproci ruoli, non intende raccogliere le provocazioni come paiono essere gli slogan utilizzati, le modalità di confronto devono restare nei luoghi istituzionali".