Si temeva uno tsunami, ma per il momento le criticità sono state arginate e gestite: il sistema dei servizi sociali torinesi sembra aver retto l’urto relativo alla sospensione del Reddito di Cittadinanza. Il condizionale è d'obbligo, gli effetti dello stop si vedranno nel breve periodo, ma il rientro dalle ferie, con settembre primo vero mese senza reddito per i torinesi che hanno ricevuto il famoso sms dell’Inps, è stato meno tragico del previsto.
“Non si registrano particolari tensioni, sicuramente non come le scene a cui abbiamo assistito in Campania” ha affermato Jacopo Rosatelli, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Torino. E il merito, almeno in parte, va a proprio a quegli uffici che hanno garantito assistenza e accompagnamento anche ad agosto alle persone hanno ricevuto l’avviso di stop.
Ottimi i risultati conseguiti dal numero di telefono messo a disposizione dal 7 agosto da Palazzo Civico: sono infatti 400 le richieste gestite dai servizi sociali del Comune. A loro è stato garantito un supporto concreto, sia nel dialogo con l’Inps, che nel comprendere la propria posizione. Questo perché tra famiglie in povertà, famiglie con disabili o minori a carico, la platea di chi ha ricevuto l’sms è ampia e variegata. E ogni situazione è un caso a sé.
Dai dati attualmente nella disponibilità della Città, i nuclei in carico ai servizi sociali beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono 6.115. Di questi, 3.172 sono nuclei che hanno al loro interno minori, disabili e over 60 e che dunque, come previsto dal decreto del Governo, continueranno a ricevere in automatico la misura fino al 31 dicembre. A questi, si aggiungono 2.289 nuclei per i quali è stata già caricata l’analisi preliminare sulla piattaforma GEPI dei Servizi sociali garantendo in tal modo la prosecuzione della misura fino a dicembre 2023, anche se non hanno al loro interno persone fragili delle categorie indicate in precedenza.
Solo nell’ultimo mese, dal 7 agosto al 5 settembre, 400 nuclei sono stati accompagnati nel loro percorso di assistenza.