Tim Burton è arrivato in città. Atterrato con l'aereo ieri pomeriggio, per prima cosa è andato a vedere la retrospettiva a lui dedicata, “Il mondo di Tim Burton” che apre al Museo del Cinema domani e per cui il regista non ha risparmiato elogi: “E’ davvero incredibile, un allestimento che non avevo mai visto nelle precedenti esposizioni. Mi piace come è stato presentato, è quasi come entrare in un parco divertimenti. Mi piace l’essenza dell’esibizione”.
C’è la scrivania del regista, ma anche i suoi disegni, alcuni inediti, schizzi, polaroid, pupazzi e oggetti di scena. Protagonisti tutti i personaggi più famosi creati da Tim Burton, da Beetlejuice a Edward mani di forbice, fino all’ultima riuscita serie Netflix, Mercoledì, visibili alla Mole fino al 7 aprile.
Per la prima volta in città Burton è rimasto colpito da palazzi e ambienti storici. “Sono stato a Venezia, ma mai qui, ne ho sempre sentito parlare. Ho visto questi edifici e ho pensato è incredibile, come posso non esserci mai stato? Non ho ancora fatto nulla, ma ho provato subito amore e affetto per la città. So di poter imparare molto da questo luogo. Quello che avete fatto qui in Mole, ti invita a entrare nel mondo del cinema”.
Durante la conferenza stampa per la presentazione della sua retrospettiva il regista ha ribadito quanto si senta fortunato per il successo avuto in questi anni. “Sono sempre stato fortunato da avere successo immediato, ti dà la possibilità di continuare, ma ho continuato a tenere con me quella sensazione di essere un po’ un rieletto, è una sensazione che non ti abbandona mai”.
Tra i suoi ultimi lavori, reduce di grande successo la serie Netflix, Mercoledì, cui il regista sta lavorando alla seconda stagione: “Stiamo ancora aspettando di risolvere alcune problematiche. Adoro quei personaggi spero che si possano evolvere. Mercoledì mi ha subito parlato, sapevo che era un personaggio scritto per me”.
Per Tim Burton, che per il suo lavoro si è ispirato tra gli altri anche ai film di Mario Bava e di Federico Fellini, gli stimoli creativi arrivano dalla realtà di tutti i giorni: “Per questo me è importante guardare fuori dalla finestra. La fantasia è sempre importante nel cinema, ma per me realtà e fantasia sono cose che si compenetrano. La cosa più importante sono le emozioni umane. Anche se la fantasia mi è sempre sembrata più reale”.
“Ho iniziato a disegnare da bambino - ha aggiunto - Cresci e pensi di non saper più disegnare, ma io ho continuato. Non sono bravissimo a disegnare, ma ho deciso che non me ne importava. Mi permetteva di tirare fuori le mie idee ed esplorare il mio subconscio. Non ho mai ascoltato le critiche negative. Non preoccupatevi di quello che dice la gente, se vi piace, continuate a disegnare”.
E sulla difficoltà odierna del politically correct, non si sbilancia: “C’è grande contraddizione. Io sono stato sempre politically incorrect e non posso cambiare
Perché idee e umorismo sono basate su cose che non possono essere modificate. Spero si arrivi presto a un equilibrio”.
Il regista questa sera riceverà il premio Stella della Mole e domani sarà presente alla proiezione del film Beetlejuice. “Ho scelto questo film perché ho quasi finito il secondo dopo 35 anni. È stato come rovistare tra i personaggi di allora”.
Il messaggio del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano
"Il tributo a uno dei geni creativi più originali della cinematografia dei nostri tempi testimonia così la centralità di questa istituzione culturale nel panorama nazionale e internazionale, sorta non a caso in quella che fu la prima capitale italiana del cinema. Qui, infatti, esordì nella nostra nazione la magia della proiezione in sala, quando nel 1896 nella chiesa dell’ex Ospizio di Carità in via Po si tenne il primo spettacolo cinematografico a pagamento d’Italia. E sempre qui, nel 1908, vi si girava circa il 60% della produzione nazionale. Oggi, la fantasia visionaria di Tim Burton si ricollega idealmente a questa storia italiana, facendo percepire visivamente la continuità di quell’unico piano sequenza che da quella sera di fine Ottocento arriva fino a oggi: Torino è stata, è e sarà una delle fucine del nostro immaginario, anche grazie al suo Museo del Cinema".