La "battaglia" per il gianduiotto entra nel vivo. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha convocato oggi pomeriggio nella sede del Consiglio Regionale i rappresentanti del comitato per la tutela del marchio per fare il punto della situazione.
La sfida è sulla titolarità del marchio "Gianduiotto di Torino", che adesso è conteso tra la città della Mole e la Svizzera, in particolare dalla Lindt. "Noi proteggiamo un'eccellenza di Torino, non solo un'azienda o un singolo produttore. Vogliamo proteggere un legame tra il territorio e una delle sue eccellenze", ha spiegato il governatore.
A scatenare il putiferio, che spinge ora la fazione piemontese a richiedere con forza la tutela del marchio Igp per il dolce tipico della tradizione sabauda, la presenza o meno del latte come elemento fondamentale del prodotto. Il Comitato del Giandujotto di Torino Igp vuole ottenere il riconoscimento a livello europeo con relativa indicazione geografica protetta e "schiera" solo tre ingredienti: nocciola, zucchero e cacao. Di parere diverso i rappresentanti della Lindt, che invece vogliono inserire anche il latte nel disciplinare. Proposta contro cui si schierano marchi arcinoti come Ferrero, Venchi e Domori. Quello della Lindt però non è un intervento decontestualizzato: proprio il Gruppo elvetico infatti controlla il marchio Caffarel, uno degli storici produttori del gianduiotto. Ma dai puristi, il latte è visto come un'aggiunta che tradisce una volontà strettamente "industriale".
"Noi vogliamo semplicemente rispettare la vecchia ricetta", hanno spiegato alla giunta i rappresentanti del comitato per la tutela del marchio. "Da un punto di vista economico abbiamo stimato che la produzione di gianduiotti nel solo Piemonte muove 200 milioni di euro all'anno. Il riconoscimento del marchio Igp farebbe moltiplicare questi numeri". "Noi rispettiamo i marchi commerciali della Lindt, noi adesso vogliamo una protezione superiore che è il marchio Igp che è caratterizzante di un territorio. Niente contro gli svizzeri, anzi: speriamo che in futuro la stessa Lindt possa adeguarsi al marchio Igp per rilanciare la sua produzione anche in Piemonte".