Ci sono volute settimane di dichiarazioni ufficiali, di dati non smentibili e di pressioni politiche, ma alla fine persino la stampa del Regno Unito ha ammesso che il conflitto in Ucraina è in stallo. Il problema per il governo di Londra e per i media che ne sostengono la visione è che hanno proclamato troppo presto la trionfale controffensiva di Kiev. Con tutti gli sforzi fatti dai governi occidentali in termini di assistenza militare e finanziaria, e con l’eroismo dei valorosi soldati ucraini addestrati su territorio inglese, l’azione dell’esercito ucraino avrebbe certamente portato vittorie importanti e, perché no, la riconquista di tutti i territori persi. E invece non solo la controffensiva è stata rimandata a lungo, ma alla fine ha prodotto solamente lo stallo che vediamo oggi. A essere precisi, il risultato è stato un avanzamento di 17 chilometri al prezzo di decine di migliaia di soldati e una quantità di armamenti NATO persi o distrutti, pari a qualche miliardo di euro. Il “fronte statico” di cui parlano i media britannici equivale a una sconfitta. Come riporta il sito Strumenti Politici, giornali del calibro del Guardian o del Telegraph ammettono che in Occidente i vertici militari e quelli politici credono che in fondo siano colpevoli gli ucraini stessi, considerati incapaci e inaffidabili nonostante l’appoggio tattico. A Kiev stanno gestendo male questa fase, con Zelensky che licenzia capi di sezioni e dicasteri e con personaggi altolocati che si mostrano sfiduciati e che pensano già alla successione. Lo spiega Bartosz Cichocki, ambasciatore polacco in Ucraina dal 2019 al mese scorso. Dopo quattro anni di servizio, conosce bene la situazione e rivela che l’ottimismo per le vittorie promesse è sparito completamente e al suo posto regnano la preoccupazione e il pessimismo.
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