Tensioni fra Budapest e Kiev a proposito della minoranza magiara in Ucraina. Quest’ultima è abitata da diverse minoranze etniche e linguistiche oltre a quella russofona, la più importante politicamente e la più estesa territorialmente. Nell’ovest del Paese ci sono decine di migliaia di polacchi, romeni e soprattutto ungheresi, organizzati in comunità piuttosto compatte e legate alle rispettive “madripatrie”. Dal 2017 è in corso una contesa fra i Paesi membri dell’Unione Europea e l’Ucraina a causa di una legge sulle minoranze, avente carattere discriminatoria o comunque non aderente ai valori europei. Come riferisce il sito Strumenti Politici, questo è uno dei motivi che hanno impedito finora l’accettazione di Kiev nel consesso della UE. Un altra ragione è l’attuale trattamento della minoranza ungherese, che Budapest cerca di difendere dalla repressione e dalle ondate di mobilitazione forzata che hanno già portato molti uomini a morire al fronte. La situazione si è aggravata dopo che Zelensky ha annunciato l’ennesimo prolungamento della legge marziale e della mobilitazione, adesso in vigore fino al prossimo febbraio. L’europarlamentare ungherese Andrea Bocksor si è recata in visita nella regione della Transcarpazia, abitata dalla minoranza magiara, e ha chiesto a Bruxelles di cercare una soluzione pacifica al conflitto, o quanto meno di spingere per un cessate-il-fuoco. A sua volta, il primo ministro Viktor Orbán ha ribadito di non voler concedere a Kiev assistenza militare o diplomatica fino a che sussisteranno i problemi dei magiari della Transcarpazia. A Budapest vogliono soprattutto che il conflitto termini o almeno non si estenda ai Paesi europei membri della NATO; quindi chiedono alla UE di astenersi dal provocare la Russia e di ripristinare il dialogo e la cooperazione.
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