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Politica | 11 gennaio 2024, 15:30

Le associazioni delle persone con disabilità chiedono alla Regione maggior coinvolgimento

Sicurezza sul lavoro: in terza Commissione audite le organizzazioni sindacali, in merito all’indagine conoscitiva richiesta dall’Ufficio di presidenza del Consiglio

Le associazioni delle persone con disabilità chiedono alla Regione maggior coinvolgimento

Le associazioni delle persone con disabilità chiedono maggiore confronto con la Regione e maggior coinvolgimento nella discussione dei provvedimenti che riguardano il mondo della disabilità: lo hanno dichiarato i rappresentanti della Fand Piemonte (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) in un’audizione congiunta delle commissioni Terza, Quarta e Sesta, presieduta da Claudio Leone.

Gli auditi hanno affermato di essere stati poco coinvolti nell’iter di una serie di leggi poi approvate dall’Aula, da quella sull’istituzione della figura del disability manager a quella in materia di formazione e lavoro. Di fatto, comunque, tutte le associazioni e gli enti interessati ai diversi provvedimenti, hanno la possibilità di trasmettere le loro osservazioni sui progetti e disegni di legge, all’indirizzo https://www.cr.piemonte.it/cms/consultazioni e anche di chiedere audizioni alle Commissioni competenti.

“Ci sono criticità che necessitano di soluzioni normative che siano davvero efficaci - hanno aggiunto i rappresentanti delle associazioni - in particolare su lavoro, sanità e istruzione. Spesso le leggi di riferimento non vengono applicate, accade ad esempio per l’accessibilità, la sicurezza e l’inserimento lavorativo, la continuità formativa per gli insegnanti dedicati alle persone disabili”.

“Anche in ambito sanitario incontriamo molte difficoltà - hanno precisato -: ci sono servizi che non vengono garantiti a tutti, come la logopedia per i bambini sordi non impiantati, e la burocrazia rende complesse le formalità per beneficiare dell’Iva al 4 per cento o per il rinnovo degli ausili. Per questo chiediamo norme che snelliscano le procedure”.

Tra le richieste anche la revisione della legge 41/1987, testo di riferimento per i finanziamenti alle associazioni e agli enti che sostengono le attività a tutela dei cittadini disabili: “la legge è ormai obsoleta e le associazioni faticano a garantire i servizi con i contributi regionali attuali”. Sono intervenuti per fare domande Monica Canalis (Pd), Francesca Frediani (M4o – Up) e Gianluca Gavazza (Lega).

“Bisogna avviare tutte le iniziative utili per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro: le morti ci portano indietro nel tempo, le istituzioni, i sindacati e i datori di lavoro devono fare un percorso unitario”. È quanto ribadito nella terza Commissione, presidente Claudio Leone, durante l’audizione delle organizzazioni sindacali, in merito all’indagine conoscitiva richiesta dall’Ufficio di presidenza del Consiglio. L’obiettivo è elaborare una programmazione delle politiche regionali per migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro. Il termine per la conclusione dell’indagine è stato prorogato sino al prossimo 28 febbraio.

Secondo Francesco Lo Grasso (Uil Piemonte), il taglio dei tecnici Spresal e la mancanza di ispettori del lavoro non giova. Per le aziende sarebbero più efficaci un controllo ed una multa che non fare formazione e prevenzione. Nell’ambito degli appalti, ha poi spiegato la pericolosità delle offerte al massimo ribasso. Ha quindi auspicato la creazione di cabine di regia provinciali e regionali.

Fabrizio Ferraris (Cisl Piemonte) si è soffermato sulle malattie professionali: “Se per gli infortuni sul lavoro siamo in grado di definirne con buona approssimazione numeri e cause, per le malattie professionali, seppur rappresentino la principale causa di morte di tipo occupazionale sia in Europa sia nel nostro Paese, ancora molto deve essere fatto in termini di corretta quantificazione, ma anche sulla conoscenza delle cause che ne determinano l’insorgenza”.

Ogni anno in Italia sono denunciate all’Inail circa sessantamila malattie di origine professionale, circa la metà è rappresentato da malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, ma fra le patologie oggetto di denuncia un’attenzione particolare deve essere rivolta ai tumori di origine professionale.

Graziella Silipo (Cgil Piemonte) ha lamentato la mancanza di una strategia nazionale sul tema della sicurezza e della salute sul lavoro, in grado di avere sinergia e armonizzazione delle competenze. In riferimento ai dati sugli infortuni mortali si riscontra che la fascia d’età più colpita è quella dei 50-54 anni. Tra le cause principali che generano gli infortuni c’è la precarietà; bisogna poi prestare grande attenzione all'alternanza scuola-lavoro.

Salvatore Orifici (Usai, federazione sindacati indipendenti) ha aggiunto: “Questo è un tema da decenni fermo con le quattro frecce, visto che i dati praticamente restano immutati”. Ha poi chiesto di ragionare attentamente sui fabbisogni del personale, della prevenzione e della formazione. È stato anche chiesto alla Regione un ruolo di raccordo con l’autorità giudiziaria.

All’audizione sono stati anche presenti Massimiliano Rossato (Ugl), Giuseppe Morabito, Federico Spoletti e Barbara Squillace (tutti di Usai). Per delucidazioni hanno posto domande Monica Canalis (Pd), Gianluca Gavazza (Lega) e Sean Sacco (M5s).

comunicato stampa

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