Anche quest’anno sarà celebrata a Torino la Giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, giunta alla XXIX
edizione.
L’appuntamento è per il 18 marzo alle ore 18:30 in Piazza Palazzo di Città, davanti al Comune di Torino, per leggere i nomi di quanti hanno perso la vita, uccisi dalle mafie nel nostro paese.
Insieme alla rete di Libera Piemonte, con le cittadine e i cittadini che parteciperanno all’evento, saranno presenti i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze dell’ordine e alcuni familiari delle vittime residenti in Piemonte. Infatti saranno con noi in quel momento così importante Paola Caccia, Cristina Caccia, Alessandro Damiano, Nino Quattrone, Rosa Quattrone, MariaGiovanna Quattrone e Roberta Congiusta.
Scandiremo con cura tutti i loro nomi, per ricordare le loro storie, le loro vite.
Un lungo elenco composto da oltre 1000 persone, 9 delle quali assassinate in Piemonte.
Ricorderemo servitori dello Stato come Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, assassinato nella nostra città dalla ‘ndrangheta, nel 1983; il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in via Carini a Palermo, nel 1982. Imprenditori come Mario Ceretto, ucciso nel canavese nel ’75. Dirigenti pubblici, come Amedeo Damiano, amministratore della sanità pubblica, assassinato a Saluzzo nell’87. Giornalisti come Mauro Rostagno, ucciso vicino a Trapani nel 1988.
Ma anche cittadini comuni, troppo spesso dimenticati, uccisi per mano delle mafie, come Cristina Mazzotti, Adriano Ruscalla, Lorenzo Crosetto, Roberto Rizzi, Walter Briatore, Tina Motoc.
Il 21 marzo, primo giorno di primavera, ci ritroveremo a Roma, per celebrare insieme alla rete di Libera proveniente da tutta Italia, ai familiari e a migliaia di cittadini la manifestazione nazionale.
Inoltre, sulla Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino, il 18 marzo verrà proiettata la scritta “A tutte le vittime innocenti delle mafie vanno la nostra memoria e il nostro impegno”.
“Roma Città Libera”, slogan scelto per la XXIX Giornata della memoria, rappresenta la necessità di riaccendere i riflettori sulla presenza della criminalità organizzata nella Capitale e nel Lazio e per combattere la pericolosa e sempre più dilagante normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corruttivi.
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