La Galleria dei Re del Museo Egizio chiude fino a ottobre per i grandi lavori di riqualifica in vista del Bicentenario. Le statue cambiano così momentaneamente casa e tornano alla loro collocazione originaria, quella di 200 anni fa che accolse Jean-François Champollion.
“Questa è cosa stupenda” fu la prima frase che pronunciò l’archeologo entrando nel Corridoio aulico vedendo le statue della collezione Drovetti, venduta ai Savoia nel 1824. Proprio grazie a Champollion, è stato possibile decifrare i geroglifici sulle statue e dare loro finalmente un nome.
Nuovo allestimento dal 23 aprile
Una ventina le statue che saranno visibili nel nuovo allestimento dal 23 aprile senza il piedistallo Ottocentesco Si potranno ammirare ad altezza naturale, così come apparivano nei templi a Luxor. Le due sfingi e la statua di Sethi II resteranno all’interno della Galleria dei Re perché troppo pesanti per essere spostate.
Una parte della collezione occupa anche gli spazi dell’Accademia delle Scienze con cui è stata attivata una collaborazione e in cui sono conservati tutti i documenti tra cui tutta la corrispondenza personale di Champollion e Drovetti.
Documenti importanti e preziosissimi
Si tratta dei documenti più importanti sulla nascita del Museo. “Tra questi abbiamo il Catalogue, l’inventario del 1822 con l’elenco dei pezzi ordinati a seconda del materiale, dall’avorio al legno, scritto da Bernardino Dovretti per presentare il primo nucleo della Collezione che sarà venduta ai Savoia. Un documento che ci ha aiutato ad allestire il Corridoio aulico” spiega Elena Borgi, Responsabile Biblioteca e Archivio Accademia delle scienze
Il nuovo volto del museo
“Abbiamo trasformato il museo di oggi in quello di una volta - commenta la presidente della Fondazione Museo Egizio, Evelina Christillin - È una cosa temporanea, ma è molto bello che si possano ammirare mentre si procede con le opere di ristrutturazione. Una volta terminati i lavori si potranno vedere dal cortile interno e da piazza Carignano grazie all’apertura delle finestre".