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Economia e lavoro | 21 aprile 2024, 11:15

Torino seconda in Italia per imprese del legno e mobili artigiani: "Ma nessuno vuole più fare il falegname"

L’export del settore nel capoluogo vale 126 milioni, ma il presidente De Santis lancia l'allarme: "Serve ricambio occupazionale"

legno

L’export del settore nel capoluogo vale 126 milioni

Produttori e riparatori di mobili e di complementi d’arredo ma anche tappezzieri, falegnami, realizzatori di oggetti e materiali in legno che nei loro laboratori creano e offrono prodotti e servizi per la casa, la pubblica amministrazione e le comunità.

 

Nei giorni scorsi si è aperto a Milano il Salone Internazionale del Mobile, evento che celebra la contaminazione di design, progettazione e la produzione del made in Italy del legno e dell’arredo, un comparto che presenta una marcata artigianalità.

 

A Torino sono ben 1.538 le imprese del comparto legno arredo, di cui 1.117 artigiane (il 72,6%). 962 realtà appartengono al settore legno (723 artigiane) mentre 576 sono relative all’arredo (394 artigiane).

 

 

Questo dato fa di Torino la sesta provincia italiana per numero totale di imprese del Legno e Mobili, la seconda se si considera il numero totale di imprese del Legno e Mobili artigiane (dietro alla provincia di Monza e della Brianza al primo posto).

 

L’export del legno e mobili a Torino vale 126 milioni - di cui il 66,3% rappresentato dagli 84 milioni del made in italy dei mobili, mentre per quanto riguarda l’export del legno siamo su un 33,7% con 42 milioni di valore nelle esportazioni.

 

E’ questo ciò che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi Confartigianato Imprese Torino su dati Ufficio Studi Confartigianato Nazionale in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, Unioncamere - ANPAL, Sistema Informativo Excelsior 2023

 

Tuttavia per il settore del Legno e Mobili nel 2023 si osserva una elevata, e superiore alla media, quota di imprese che lamentano la mancanza di manodopera. Questa evidenza la cogliamo attraverso l’elaborazione dei dati Excelsior-Unioncamere secondo la quale in Italia, le assunzioni difficili da reperire sono il 57,1% del totale, superiore di 12 punti percentuali rispetto alla media di 45,1% e di 7,1 punti rispetto al 50,0% del Manifatturiero esteso; sono 28.120 i lavoratori difficili da assumere ed in particolare il 61,6% per ridotto numero di candidati e 32% per inadeguatezza.

 

A livello regionale in Piemonte – Valle D’Aosta le assunzioni difficili da reperire sono pari al 53,3% del totale. Le regioni con le imprese del settore legno e mobili riscontranti le difficoltà maggiori a trovare le figure professionali di cui necessitano sono rispettivamente la Liguria (con il

67,4% di entrate difficili da reperire), seguita da Friuli-Venezia Giulia (65,7%), Toscana (65,4%), Trentino-Alto Adige (64,6%), Abruzzo (61,5%), Marche (60,1%), Emilia-Romagna (59,0%) e Umbria (57,3%).

 

“Mobili ma soprattutto bellissimi pezzi di complementi d’arredo: è questo il Made in Piemonte e il Made In Italy che va tanto all’estero e che esprime una sua forte vocazione anche nel nostro territorio attraverso le piccole imprese che si esprimono con innovazione e design”. Parola di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino che parla di “un settore che non ci sta ad essere rimpiazzato dai prodotti di arredo low cost”.

 

“La battaglia dobbiamo combatterla soprattutto all’estero – sottolinea De Santis - rispondendo a una domanda esigente con prodotti di altissima qualità, rifiniti ad arte; su questo terreno dobbiamo giocarci le possibilità di vendita e crescita. I dati evidenziano anche che il comparto del legno fatica a reperire personale qualificato in quanto il lavoro del falegname o tappezziere non lo vuole fare più nessuno. Se andiamo avanti così a breve sarà impossibile trovare un artigiano capace di riparare un mobile…”

 

“Le nostre imprese – conclude  De Santis – possiedono il valore aggiunto rappresentato da una tradizione familiare nel produrre, essendo spesso imprese che si tramandano da generazioni. Molti artigiani sono vicini alla pensione, è per questo fondamentale avviare un percorso virtuoso attraverso un ricambio generazionale ma pare che i

comunicato stampa

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