Ogni 100 metri quadrati, 235 euro in più per un ristorante, 118 per un bar, 135 per un negozio di generi alimentari, 37 per un negozio di generi extralimentari: sono questi gli effetti sulle principali attività commerciali dell’aumento della Tari deciso ieri dal Comune di Torino (vedi tabella in basso).
“I nostri uffici – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – si sono limitati a fare simulazioni sulle categorie più significative, ma il rincaro colpisce tutti: dalle stazioni di servizio dei carburanti, alle edicole, ai chioschi, ai mercati. Per confrontabilità dei dati abbiamo rapportato tutti i calcoli a una superficie di 100 metri quadrati, ma è evidente che – ad esempio – gran parte dei ristoranti hanno una superficie molto più vasta e dunque per loro la batosta è significativa: per chi già oggi paga 10.000 o 15.000 euro l’anno, anche un aumento del 6,67% è un duro colpo.
“Si tratta -continua Banchieri – di una decisione che giunge in un momento di crisi per molte aziende del commercio e che aggiunge difficoltà a difficoltà. Tanto più che Torino vanta il non invidiabile primato di avere una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia. Da tempo sosteniamo che vada rivisto l’intero impianto tariffario: è necessario adottare il principio ‘più rifiuti produci, più paghi’, abbandonando l’attuale criterio basato sulla superficie. Inoltre, va raddoppiato il numero di rate di pagamento della tassa: bisogna passare a otto rispetto alle attuali quattro.
“Va anche detto che l’aumento è stato varato senza alcun coinvolgimento delle associazioni di categoria: non è accattabile che una decisione così impattante sul commercio la si apprenda leggendo i giornali. Per questo – conclude Banchieri – chiediamo all’amministrazione comunale l’istituzione di un tavolo di confronto finalizzato alla revisione dell’intera questione della tariffa rifiuti”.