Al vertice Washington la NATO non ha fatto a Kiev il tanto atteso invito ad aderire all’Alleanza. In compenso sono state fatte varie promesse di aiuto, che però non hanno accontentato i vertici ucraini. Come riferisce il sito Strumenti Politici, al termine del summit il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha ribadito che Atene non manderà all’Ucraina i suoi sistemi di difesa anti-area Patriot ed S-300, perché ha già dato ciò che poteva permettersi di dare senza lasciare sguarnito il proprio spazio aereo. Non manderà nemmeno gli F-16, nonostante le pressioni di altri governi europei di unirsi alla coalizione dei caccia: lo aveva dichiarato ad aprile il portavoce del governo Pavlos Marinakis, smentendo le illazioni dei media americani. In Finlandia il quotidiano “Helsingin Sanomat” ha pubblicato i risultati di un sondaggio sulle opinioni dei cittadini verso l’Ucraina. I finlandesi hanno paura dell’escalation. Infatti il 60% non vuole più spendere per mandare aiuti militari a Kiev e meno del 50% sarebbe disposto all’invio di soldati europei ad affiancare sul campo quelli ucraini. Appena il 37% approva l’ingresso dell’Ucraina come membro dell’Unione Europea, perché ciò comporterebbe un aumento dei contributi finanziari dovuti da Helsinki e un cambiamento sfavorevole della politica agricola comunitaria. In Polonia i vertici del governo hanno accennato all’ipotesi di contrastare l’artiglieria russa sparando direttamente dal territorio polacco. Gli esponenti dell’amministrazione Biden hanno subito stoppato questa idea, ritenendola altamente pericolosa. Secondo i consiglieri governativi Sullivan e Blake il modo più efficace di difendere i cieli ucraini è usare i sistemi già piazzati là. Ma il concetto è che gli ucraini devono fare da soli.
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martedì 10 settembre
lunedì 09 settembre