"L'ospedale di Susa è stato dimenticato". E' questo l'allarme che lancia il sindacato Nursind: "Di recente l'assessore alla Sanità piemontese Federico Riboldi si è recato al Cardinal Massaia di Asti, a seguito dell'ennesimo episodio di aggressione al personale sanitario, in segno di solidarietà, annunciando misure urgenti in tutti i presidi piemontesi. Ma la gravissima problematica riguarda l'intera sanità piemontese. Per questo chiediamo all'assessore di estendere gli interventi in tutte le Aziende".
Parola di Giovanni Marino, dirigente sindacale Nursind dell'ASL TO 3 presso il nosocomio di Susa, dove il personale è coinvolto quotidianamente da vicino, in particolare quello del pronto soccorso. "Le aggressioni verbali non si contano più e sono all'ordine del giorno - dice Marino -. Pochi giorni fa in Pronto soccorso il personale ha dovuto chiamare i carabinieri per chiedere di sedare delle tensioni create da un paziente che inveiva verso altri in attesa, ma non è la prima volta.
Capita quasi ogni settimana".
E racconta: "Un paio di mesi fa un paziente sotto effetto di sostanze stupefacenti, ha rischiato di aggredire fisicamente il personale in turno in pronto soccorso.
Inoltre spesso la notte l'ospedale diventa rifugio di persone senza fissa dimora (alcune moleste), visto che le porte anche se chiuse sono facilmente accessibili e considerata l'assenza di sicurezza. Infatti, ad oggi non è presente nessun servizio di sicurezza e di vigilanza come invece risulta essere presente in buona parte delle strutture dell Asl to 3, (anche a Pomaretto, Torre Pellice e Avigliana ad esempio),
con una copertura completa 24h nei presidi aventi DEA e punti di primo soccorso, ma a Susa inspiegabilmente no".
Ma oltre alla sicurezza, c'è il tema della carenza di personale: "Qualche settimana fa inoltre, sul pronto soccorso di Susa abbiamo inviato ai vertici l'ennesima lettera in merito alla carenza di personale che rappresenta un criticità evidente se legata all'aumento di accessi per il periodo turistico, che puntualmente ogni anno si ripete e che l'Azienda puntualmente ignora. Carenza che aumenta ulteriormente le attese e di conseguenza il fenomeno delle aggressioni, creano condizioni di lavoro difficili che si riversano sugli stessi pazienti".