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Politica | 02 ottobre 2024, 17:18

Gli attivisti di “Salviamo il Meisino” annunciano per domani pomeriggio un presidio di protesta

Gli oppositori del progetto del “Centro di Educazione Sportiva e Ambientale” si ritroveranno alle 14 in piazza San Giovanni 5, davanti alla sede degli uffici comunali

Gli attivisti di “Salviamo il Meisino” annunciano per domani pomeriggio un presidio di protesta

Non si abbassa il livello di tensione tra gli attivisti del comitato “Salviamo il Meisino” e la Città di Torino: dopo le diffide presentate nei giorni scorsi, gli oppositori del progetto del “Centro di Educazione Sportiva e Ambientale” hanno annunciato un presidio di protesta in programma domani pomeriggio, alle 14, davanti all'assessorato alla sicurezza e alla divisione infrastrutture in piazza San Giovanni 5. Non è bastata, evidentemente, nemmeno la lettera di convocazione inviata dal Comune con l'obiettivo di “informare i soggetti nell'ottica della massima collaborazione”: l'incontro, neanche a dirlo, si dovrebbe svolgere proprio in quella sede.

A non andare giù al comitato è stato il numero “chiuso” proposto da Palazzo Civico per la riunione, a cui dovrebbe partecipare anche la direttrice dell'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese: “Abbiamo chiesto - spiegano - la partecipazione di almeno 3 o 4 membri, ma l’istanza non è stata accolta. Non ravvediamo, quindi, nessuna reale apertura verso la cittadinanza: non siamo, infatti, un’associazione con un rappresentante legale, ma una mobilitazione civile in crescita e sostenuta da quasi 11mila firme; nonostante tutto, questo continua a non essere recepito dall’amministrazione”.

Con queste premesse, il Comitato continua a sostenere la propria tesi, secondo cui i lavori stiano arrecando un danno ambientale nonostante le rassicurazioni della Città: “Le ruspe – aggiungono – hanno operato anche al di fuori delle zone previste dal progetto, senza ispezioni preventive per verificare la presenza di piccoli mammiferi, anfibi, nidi, alveari e altre forme di vita. Attraverso le 2 diffide abbiamo chiesto la sospensione totale dei lavori: gli stessi sono comunque proseguiti anche all'interno dell'ex galoppatoio nella Zona di Protezione Speciale, che tra l'altro è un'area esondabile, dove il terreno del cortile in cui era presente la vegetazione arbustiva è stato completamente denudato”.

Nonostante tutto, gli attivisti all'incontro ci saranno: “Le premesse - concludono – non sono delle migliori, considerate anche le intimidazioni e la criminalizzazione della legittima protesta dei cittadini, ma le occasioni di confronto sono state talmente scarse che non riteniamo opportuno lasciarne cadere nessuna e ci auguriamo che si apra qualche breccia nel muro innalzato contro di noi”.

Marco Berton

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