Non si abbassa il livello di tensione tra gli attivisti del comitato “Salviamo il Meisino” e la Città di Torino: dopo le diffide presentate nei giorni scorsi, gli oppositori del progetto del “Centro di Educazione Sportiva e Ambientale” hanno annunciato un presidio di protesta in programma domani pomeriggio, alle 14, davanti all'assessorato alla sicurezza e alla divisione infrastrutture in piazza San Giovanni 5. Non è bastata, evidentemente, nemmeno la lettera di convocazione inviata dal Comune con l'obiettivo di “informare i soggetti nell'ottica della massima collaborazione”: l'incontro, neanche a dirlo, si dovrebbe svolgere proprio in quella sede.
A non andare giù al comitato è stato il numero “chiuso” proposto da Palazzo Civico per la riunione, a cui dovrebbe partecipare anche la direttrice dell'Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese: “Abbiamo chiesto - spiegano - la partecipazione di almeno 3 o 4 membri, ma l’istanza non è stata accolta. Non ravvediamo, quindi, nessuna reale apertura verso la cittadinanza: non siamo, infatti, un’associazione con un rappresentante legale, ma una mobilitazione civile in crescita e sostenuta da quasi 11mila firme; nonostante tutto, questo continua a non essere recepito dall’amministrazione”.
Con queste premesse, il Comitato continua a sostenere la propria tesi, secondo cui i lavori stiano arrecando un danno ambientale nonostante le rassicurazioni della Città: “Le ruspe – aggiungono – hanno operato anche al di fuori delle zone previste dal progetto, senza ispezioni preventive per verificare la presenza di piccoli mammiferi, anfibi, nidi, alveari e altre forme di vita. Attraverso le 2 diffide abbiamo chiesto la sospensione totale dei lavori: gli stessi sono comunque proseguiti anche all'interno dell'ex galoppatoio nella Zona di Protezione Speciale, che tra l'altro è un'area esondabile, dove il terreno del cortile in cui era presente la vegetazione arbustiva è stato completamente denudato”.
Nonostante tutto, gli attivisti all'incontro ci saranno: “Le premesse - concludono – non sono delle migliori, considerate anche le intimidazioni e la criminalizzazione della legittima protesta dei cittadini, ma le occasioni di confronto sono state talmente scarse che non riteniamo opportuno lasciarne cadere nessuna e ci auguriamo che si apra qualche breccia nel muro innalzato contro di noi”.