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Attualità | 14 ottobre 2024, 14:40

Carcere di Torino, sovraffollamento oltre il 132%. Mancano ispettori e dirigenti

I detenuti sono 1.446, a fronte di una capienza di 1.095

I detenuti sono 1.446, a fronte di una capienza di 1.095

I detenuti sono 1.446, a fronte di una capienza di 1.095

Strutture inadeguate dal punto di vista strutturale, sovraffollamento, carenze igienico-sanitarie: è questo lo stato di degrado in cui versa il carcere di Torino. Nulla di nuovo, ma dopo i disordini sfociati a settembre nello sciopero della fame da parte delle detenute, la situazione resta grave.

Sovraffollamento del 132%

A ribadirlo i numeri letti in Sala Rossa dalla vicesindaca Michela Favaro, su sollecitazione del consigliere della Lega Giuseppe Catizone. Al 17 settembre i detenuti del Lorusso Cutugno erano 1.446, su una capienza di 1.095. Trecento cinquantuno persone in più, pari ad un tasso di sovraffollamento che supera il 132%. Oltre un terzo dei detenuti poi sono stranieri (689). Le donne sono 124, di cui tre madri con bambini.

A questo si aggiunge la mancanza di personale. In particolare quello più qualificato. Gli ispettori sono appena 29, a fronte di una pianta organica che ne prevede 106. Non va meglio con i sovrintendenti, che sono venticinque contro un fabbisogno di 127.

“Le condizioni dei detenuti – ha spiegato Favaro – in particolare nei padiglioni B e C non raggiungono standard adeguati”. Le carenze strutturali di questi spazi riduce ulteriormente la vivibilità degli spazi. Il padiglione C, dove di recente si sono avuti disordini, ospita più di 420 carcerati a fronte di una capienza di 223 posti.

“Nella struttura – ha aggiunto la vicesindaca- sono stati effettuati nel tempo numerosi interventi di manutenzione non risolutivi”.

Catizone (Lega): "Pena nei paesi d'origine"

“Il 48 % della popolazione del carcere di Torino -ha replicato Catizone – non è italiana. Nonostante la sinistra continui a promuovere lo svuota carceri, crediamo che sia opportuno costruire nuove penitenziari e se possibile far scontare le pene ai cittadini stranieri nei paesi di origine”.

Cinzia Gatti

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