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Eventi | 02 febbraio 2025, 08:40

A Villa Aragno nuove idee valorizzare il patrimonio culturale italiano

Il patrimonio artistico e culturale italiano è il tema del dibattito che l’8 febbraio a villa Aragno vedrà due importanti intellettuali come Michele Coppola e Franco Amato ospiti del ciclo di convegni dell’Humanities forum

A Villa Aragno nuove idee valorizzare il patrimonio culturale italiano

L’Italia è da sempre al vertice nella World Heritage List dell’Unesco, disponendo di uno dei più importanti patrimoni artistico-culturali del mondo: 4.292 strutture espositive permanenti delle quali il 77,8% musei e gallerie, il 15,4% complessi monumentali e il 6,8% aree o parchi archeologici. Ma non solo. 85.000 chiese soggette a tutela, 12.900 biblioteche, 101 archivi di Stato e migliaia di dimore storiche private.

Questi i numeri dell’analisi  pubblicata nel volume “L’occupazione culturale in Italia” (Aragno edizioni), alla base del dibattito dell’omonima tavola rotonda che si terrà sabato 8 febbraio, alle ore 16.00, nella splendida cornice di Villa Aragno di Madonna dell’Olmo alle porte di Cuneo. Protagonisti dell’incontro gli autori: Michele Coppola, executive director arte, cultura e beni storici di Intesa San Paolo e direttore Gallerie d’Italia, Franco Amato, scrittore e docente, e Nino Aragno, avvocato ed editore.

Questo incontro è un’altra importante tappa nell’ambito dell’Humanities Forum che da 3 anni, grazie all’editore Nino Aragno, ha reso il capoluogo della Granda laboratorio di idee con alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama economico, artistico e culturale italiano e internazionale. Momenti di condivisione, confronto e valorizzazione di esperienze di alto livello.

Benché il patrimonio artistico e culturale sia spesso presente nella narrazione politica (persiste dialetticamente l’idea che esso costituisca “il petrolio italiano”) - sottolinea Aragno - il tema dell’occupazione culturale “patisce” ancora di scarsa riconoscibilità e di debole legittimazione sociale”. Un patrimonio artistico-culturale che “se opportunamente valorizzato e utilizzato - auspica l’editore - potrebbe generare ricchezza e occupazione grazie a una visione strategica nazionale che sappia riconsegnare al Paese e alla collettività, un patrimonio culturale risanato”.

C.S.

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