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Economia e lavoro | 03 marzo 2025, 12:37

Il turismo torinese alza la testa, ma non gli stipendi: il settore cresce, ma la paga è di 400 euro a settimana (lordi)

I numeri del Collegio Carlo Alberto mostrano una decisa crescita, nonostante il Covid. Lo Russo e Gallina: “Investire negli eventi porta frutto”. Banchieri: “Rinnovato il contratto, ci saranno aumenti”

Il turismo torinese alza la testa, ma non gli stipendi

Il turismo torinese alza la testa, ma non gli stipendi

Giovani, soprattutto donne, con oltre un contratto su due a tempo indeterminato, ma con un’inevitabile componente stagionale e, dunque, “precaria” (anche se non quanto si pensi). Ma anche un settore in crescita, inclusivo e con un peso occupazionale non marginale. Ma è anche un mondo con poca progressione di carriera e stipendi non elevati. Oltre a una certa fragilità legata a crisi esterne. 

Un settore in cifre

Ecco come si presenta il mondo del turismo, in provincia di Torino, tra ristorazione (85%) ricettività e alloggi (10%) e viaggi (4%). Un settore che, da solo, rappresenta circa il 7% dell'occupazione totale (circa 54mila), ma di 4 punti percentuali inferiore alla media nazionale (11%). A fare il punto della situazione, l’evento organizzato presso il Collegio Carlo Alberto insieme a Camera di Commercio di Torino, Confesercenti e Turismo Torino.

Le imprese attive sono 13.650, pari al 6% del totale. Una media, dunque, di 4 dipendenti per ogni azienda. Più dei servizi e non così distante dalla media industriale dove sono tantissime le pmi. Le donne sono il 56% (nei servizi sono il 46%). Tanti i giovani: gli over 50 sono il 20% mentre quasi il 25% non arriva ai 25 anni.

Mestieri flessibili 

La flessibilità contrattuale riguarda il 46% dei casi, con un 31% a tempo determinato è un 9% in apprendistato. Il 6% è stagionale. A livello giovanile, tuttavia, questa forma di precarietà non è poi così distante dagli altri settori economici. Le durate sono per un terzo superiori a sei mesi, mentre il 31% è sotto il mese. Il resto è distribuito in maniera quasi speculare.

Quanto si guadagna?

A livello di stipendi, la retribuzione media lorda settimanale è di circa 400 euro. Ma per chi lavora nei viaggi la cifra è superiore a 550, mentre la ristorazione ai trova leggermente sotto la media del settore. Il divario con gli altri settori si nota soprattutto con il crescere dell’età. Ma è quasi assente la differenza tra uomini e donne

Sempre più significativa la presenza di stranieri, con una percentuale del 27% tra i nuovi avviamenti, praticamente pari all’industria (28%). Cifre che nel 2020 hanno pagato un dazio pesante al Covid, più di molti altri settori. Ma ora è stata quasi ripresa la quota.

Camerieri cercansi

Quali sono le professioni più ricercate? Nella ristorazione soprattutto camerieri, con quasi 11mila avviamenti con un aumento di quasi il 50%. Camerieri sono quelli che si cercano anche nella ricettività, mentre nei viaggi si cercano addetti agli sportelli delle agenzie di viaggio.

Investire serve

"I numeri ci confermano una crescita di posti di lavoro e di opportunità per i giovani - dice il sindaco di Torino. Stefano Lo Russo - e sono il frutto di investimenti importanti, come confermano anche Salone del vino e Cioccolatò. Si deve uscire dalla contrapposizione tra investimenti verso il turismo e gli eventi è quelli per l’industria".

Il turismo non è più residuale - concorda il presidente della Camera di Commercio di Torino, Dario Gallina - e vale la pena investirci, come abbiamo dimostrato con gli eventi di questi ultimi giorni. Ma sappiamo anche che è difficile trovare personale e avere strutture adeguate”.

Sul mercato del lavoro scontiamo una debolezza per donne e giovani, mentre nel turismo si va in controtendenza - sottolinea Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti - e solo nel 2014 gli occupato erano 30mila. Si tratta di una crescita impetuosa, che può andare avanti”.

Sicuramente l’aspetto salariale è una criticità, “ma nel 2024 è stato rinnovato il contratto e questo ha portato ad aumenti importanti che vedremo nel futuro”, conclude Banchieri. “C’è anche un problema di inverno demografico: ci sono sempre meno giovani, anche negli alberghieri. L’arrivo di persone straniere va governata senza lasciare sole le aziende a doverle formare”.

Alberghi e aeroporto

Note dolenti che risuonano anche altrove. “Abbiamo un problema di interconnessioni, a cominciare dall’aeroporto - dice Lo Russo - Ma in questi ultimi anni di eventi di grande richiamo come ATP e non solo si è evidenziata una carenza per l’offerta alberghiera di lusso, ma c’è anche un problema nelle valli olimpiche. E poi bisogna ragionare su una proposta che unisca la città, le montagne e le Langhe”.

Turismo business

Fiere e congressi possono essere la soluzione, secondo Gallina, “per spalmare la programmazione e i flussi. Ma servono strutture. Sia come alberghi che come comprensorio fieristico. Ci sono praterie su cui possiamo investire”.

E poi bisogna insistere sui servizi, visto che ci sono i bus che prendono i turisti a Caselle e li portano in Francia”.

Quello su Torino è un turismo di pochi giorni - concorda Banchieri - ed è per questo che servono interventi strutturali sia sui collegamenti che sulla programmazione, fino al centro fieristico che al momento è sottodimensionato. E credo che nessuno possa essere contento di come in questo centro fieristico vengano promosse le filiere locali”.

Ma come imprenditori abbiamo lacune e ci sono investimenti da fare - aggiunge - E' utile, giusto e necessario e però che nei bandi per le imprese che vanno a a rinnovarsi ci debba essere un 10% riservato al turismo. Come il peso specifico sull’economia locale. C’è un problema di qualità, ma i costi non sono indifferenti”.

Massimiliano Sciullo

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